Picasso, un amante al cubo
Nato a Malaga il 25 ottobre del 1881, Picasso risulta essere il pittore più discusso del XX secolo. La sua personalità è rimasta tutt’ora indecifrata poiché egli, nella pittura, come nella vita, ebbe una continua evoluzione seppur mantenendo una discutibile costante: la misoginia.
Il pittore ebbe due mogli e molte amanti, tutte diverse tra loro, ma accomunate dalla frustrazione in cui egli le riversava.Un uomo ambiguo, passionale, vendicativo che divideva le donne in due categorie: le dee e gli zerbini; quando si innamorava di una dea faceva di tutto per trasformarla in zerbino.
La prima compagna di Pablo fu Fernande Olivier, una provocante modella incontrata a Montmartre nello studio di un pittore. Con lei supera l’oscuro periodo blu per iniziare il più vivace periodo rosa.
La passionale storia d’amore dà vita ad una vasta produzione di scene erotiche, ma termina con ripetuti tradimenti.Nasce, intanto, la storia d’amore con Marcelle Humbert, ribattezzata Eva dall’artista che le sussurrò “Il mondo comincia adesso e tu sei Eva”. Con la bella “ma jolie”, come egli soleva chiamarla, passa dal cubismo analitico a quello sintetico.
I due vivono una passione sfrenata fin quando la sfortunata muore di tubercolosi lasciando l’artista devastato dal dolore.Due anni e qualche amante dopo, Picasso incontra Ol’gha ChoChlova, una ballerina dei Balletti russi per i quali sta preparando scenografie e costumi. Olga diventa la prima moglie del pittore e madre del suo primogenito Paulo.
La giovane ballerina, però, costringe l’ormai quarantaseienne Picasso ad una vita aristocratica e composta dalla quale egli si sente soffocare.Una scusa, che invoglia Pablo a fare lunghe passeggiate per i “boulevard” dove incontra la bellissima e bionda diciassettenne Marie-Therese Walter, che inizia a pratiche sessuali prive di ogni tabù e dalla quale avrà una figlia, Maja.
La sete di Picasso non è ancora placata e passeggiando nota una donna bruna, formosa ed elegante, è Dora Maar. La ragazza è seduta sola, in un caffè, fa uno strano gioco lasciando cadere la punta di un coltello negli spazi tra le sue dita, diverse volte si ferisce ma non termina il suo passatempo.
Picasso le va incontro e le chiede in dono i guanti che ella porta alle mani, guanti che terrà esposti su una mensola del suo appartamento. Da questo momento Dora e Marie-Therese diventano rivali e Picasso si dimostra divertito dai litigi che scatena tra le due.
Dora è una donna anticonformista, coraggiosa, colta ma si ritrova soggiogata da un uomo che le mostra tutta la sua violenza, fisica e psicologica, per poi abbandonarla.
Quella che sarebbe senz’altro diventata una grande artista, si ritrova una donna ormai persa, svuotata, costretta a subire l’elettroshock per il troppo dolore. Di lei Picasso dirà “Non posso ritrarla mentre ride. Per me è una donna che piange. […] Era qualcosa che vedevo oltre di lei, era l’incarnazione stessa del dolore”.
Dora, invece, replicherà, “I dipinti in cui sono ritratta sono tutti dei Picasso, nessuno è Dora Maar”. Poco dopo, l’ormai sessantaseienne Picasso si invaghisce di una giovane studentessa d’arte, Francoise Gilot, e con lei ha due figli, Claude e Paloma.
Francoise è una donna ribelle, non accetta tutti i soprusi del marito e lo affronta senza timore. Un giorno arriverà a dirgli che disprezza i suoi dipinti provocando nell’artista un raptus d’ira che lo porterà a spegnerle una sigaretta sul viso.
La donna sarà la prima e l’unica ad aver lasciato Picasso, un uomo che pretendeva una compagna castissima mentre si intratteneva con diverse donne nella sua stessa casa.
Nel 1954 Picasso incontrerà la sua ultima fiamma, Jacqueline Roque, la avvicinerà donandole la statuetta di un piccolo uomo con un pene gigante. Picasso morirà nel 1973, all’età di novantadue anni, restando costantemente infedele ad ogni sua compagna.
Nel 1977 Marie-Therese s’impiccò seguita da Jacqueline che, nel 1986, dopo aver risolto tutti i debiti di Picasso ed esser finalmente diventata miliardaria, si sparò un colpo in testa. Lo stesso figlio dell’artista morì suicida. Dora dopo diversi ricoveri, e cure con elettroshock e psicoanalisi decise di vivere “per privarlo della soddisfazione di vederla morire per lui”; morì nel 1997.
di Anna Russo
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