Cenerentola, cronostoria di una favola napoletana
di Valentina Febbraro
Certamente nota a tutti è la favola di Cenerentola, resa famosa dal cartone Disney degli anni 50.
Abbiamo provato a seguire il filo conduttore di questa fiaba, nelle sue varie rivisitazioni, dalla prima
attestazione fino ad oggi.
La storia di Cenerentola è probabilmente tra le più famose e conosciute al mondo. Numerose sono le teorie che collocano la sua nascita in Cina o addirittura nell’antico Egitto, ma le versioni più divulgate sono in realtà tutte europee.
Tra le prime attestazioni abbiamo quella di Giambattista Basile, famoso scrittore napoletano vissuto nel seicento, la cui fiaba “La gatta Cenerentola” è uno dei tanti racconti presenti nel suo capolavoro “Lo cunto de li cunti”.
La versione di Basile però si distanzia non poco da quella a cui siamo abituati grazie al famosissimo cartone del 1950 di Walt Disney, o dal suo riadattamento live action del 2015. Nel testo dell’autore infatti, ci troviamo davanti ad una storia certamente più cruenta: la protagonista di nome Zezolla, che solo successivamente verrà chiamata Gatta Cenerentola, dopo la morte della madre e il secondo matrimonio del padre, uccide la sua matrigna chiudendole la testa in una cassapanca, alla seconda matrigna ne succederà poi una terza, con ben sei sorellastre cattive.
In questo racconto ritroviamo tutte le tipicità dello stile di Basile, le esagerazioni, l’eccesso sia del meraviglioso, presentato attraverso numerosissimi motivi magici, sia del comico, reso caricaturale anche dal dialetto sovraccarico e lavoratissimo.
Il testo di Basile è stato poi riadattato a teatro dal maestro Roberto De Simone, assieme al gruppo “Nuova compagnia di canto popolare”, in un’opera in 3 atti, del 1976. Da molti considerato il suo capolavoro, questo melodramma è un sapiente impasto di musica popolare e colta con il testo in una variopinta lingua napoletana che consegna questo riadattamento ai capolavori senza tempo.
Nel 2017 è stato inoltre girato un film d’animazione tutto italiano intitolato “Gatta Cenerentola” ispirato proprio ai testi di Basile e di De Simone che vede come regista Alessandro Rak, vincitore di numerosi premi. Nonostante il film sia innegabilmente legato ai testi menzionati in precedenza, ci si trova catapultati in un futuro non troppo lontano. Reali sono i personaggi, i colori, resi con un sapiente chiaroscuro, e una particolare menzione va fatta oltre che alle musiche, anche alle abilissime voci dei doppiatori di questa favola così cupa e attuale.
Protagonista è Napoli, sfondo delle tante magnetiche avventure che si susseguono sullo schermo.
Gatta Cenerentola è infatti il crudele soprannome dato dalle sorellastre a Mia, figlia di don Vittorio Basile, uomo di grande ingegno che aveva il progetto di trasformare Napoli in una virtuosa città della scienza. Mia è rimasta orfana dopo che Salvatore Lo Giusto, capoclan del riciclaggio, ha ammazzato suo padre con l’aiuto della bella e letale Angelica, promessa sposa di Basile. Da quel momento la ragazzina è costretta a vivere in una nave da crociera dismessa nel porto di Napoli, insieme alla perfida matrigna e i sei dispotici fratellastri, covando in silenzio la vendetta: uccidere Salvatore e liberare per sempre se stessa e la sua città.
La rielaborazione del testo è eseguita con grande maestria, riuscendo in quello che dovrebbe essere lo scopo ultimo di ogni riscrittura, non quello di “aggiornare” la storia, ma di lasciare che fluisca nel contemporaneo, permettendoci di leggere le verità di oggi.
I classici, come disse Italo Calvino, sono quei libri che non finiscono mai di dire quel che hanno da dire, perché esprimono quei sentimenti umani che sono veri sempre, in ogni epoca. Ora non possiamo far altro che aspettare e vedere le prossime evoluzioni di questa strepitosa storia napoletana senza tempo.