Quando le spunte blu diventano una cosa seria
di Lorenzo Fasano
Mark Elliot Zuckerberg, primo violino di Facebook, Instagram e Whatsapp e quinto uomo più ricco del pianeta, ha dichiarato di voler collegare il mondo in un’unica comunità globale, sbiadendone i confini.
L’impatto che quest’uomo ha avuto sulla comunicazione è un fenomeno senza precedenti storici che ha generato un progressivo cambio di rotta delle interazioni umane.
L’approccio digitale ha cambiato le carte in tavola nella gestione dei rapporti interpersonali, portando alla luce nuove problematiche. Sempre più raramente, infatti, scegliamo di affrontare le discussioni de visu, preferendo il confortante “effetto abitacolo” del nostro monitor. Si è venuta a creare la condizione di vita ideale per una delle forme più subdole di abuso emotivo: il silenzio.
“In contesti sentimentali o familiari, il silenzio in risposta a una richiesta di contatto produce un vuoto che, non potendo essere riempito da risposte oggettive, viene inevitabilmente saturato dai dubbi e dai sensi di colpa.”
In letteratura, il silenzio è descritto come “assenza di rumore”, ma se proviene da una persona che ci sta a cuore, può essere più assordante di qualsiasi giudizio verbalizzato. Interrompe il ponte che ci lega a lei in una condanna senza appello, incatenandoci nel ruolo di spettatori.
Tacere può avere senz’altro più significati, ma usarlo per proibire un confronto costruttivo è un atteggiamento passivo-aggressivo che porta l’interlocutore a sprofondare nell’annullamento e nella negazione di se stesso.
È un gesto tremendamente infantile, proprio di chi è disposto a confondere, frustrare e colpevolizzare il prossimo per una gratificazione egoistica.
Non esiste caso o scusa che giustifichi una mancanza di rispetto, di cura e di valore nei vostri confronti. Chi vi sottopone a un silenzio severo e determinato sa ammantarsi di vittimismo, ma nasconde l’intento crudele e consapevole di ribaltare i ruoli. È eloquente quanto affermava Elias Canetti, premio nobel per la letteratura:
“Ci sono alcuni che nel silenzio raggiungono la loro massima cattiveria.”
Allontanate persone del genere: chi vi vuole bene non amplia le vostre insicurezze, ma le annulla. Perché ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche.
foto di Lorenzo Vitale