Thor: il dio del tuono
di Maria Cristiana Grimaldi
Le origini di un personaggio plasmato attraverso varie e antiche mitologie.
1962. In piena fase artistica, tra supereroi diversi, umani, manca qualcosa, o meglio, qualcuno.
Non un semplice personaggio dotato di particolari doti, spesso acquisite a causa di incidenti o per mezzo della scienza, ma qualcuno che possa trascendere i limiti dell’umana forza con tutti i poteri che ne derivano, che possa tenere testa alla forza di Hulk, e, dal punto di vista della concorrenza tra case editrici, al potente e divino Superman della Dc Comics.
Ed ecco che entrano in gioco i soliti geniali e creativi, Stan Lee e Jack Kirby; ma è soprattutto il primo ad avere una delle intuizioni più fortunate dell’intero panorama supereroistico.
Prendiamo un dio della mitologia scandinava, dotiamolo di nuove caratteristiche, di un martello potentissimo forgiato all’interno del nucleo di una stella morente, di un costume, costruiamogli un intero universo intorno fatto di dèi, nuovi mondi, nemici oscuri, dialoghi shakespeariani e diamo vita ad un personaggio in cui convergano tradizioni e innovazioni.
Thor Odinson, figlio del re di Asgard, Odino, desunto dalla tradizione dei miti scandinavi e di Gea, ispirata alla dea Terra dei Greci, fu inserito per la prima volta su Journey into Mistery, rivista antologica di fumetti del 1952.
Come ogni dio che si rispetti, Thor è “mitico” ma allo stesso tempo pieno di sé, irruento e arrogante tanto che sarà punito dal padre ed esiliato sulla terra, Midgard, nel corpo di Donald Blake, medico statunitense e parzialmente disabile, immemore della sua divinità, che sarà poi svelata durante un viaggio in Norvegia.
Tutto questo per insegnargli un po’ di umiltà. Da qui e dall’amore per Jane Foster, Thor svilupperà il suo grande attaccamento a questo pianeta, mettendo sempre in luce il suo lato umano e diventando insieme ad altri eroi terrestri uno dei primi Vendicatori.
Lo terranno impegnato moltissime avventure e tantissimi nemici tra cui lo stesso fratellastro Loki, il dio delle malefatte, e in particolare l’avvento di Ragnarok, una sorta di Apocalisse annunciata da una profezia che vede scontrarsi forze del bene e forze del male.
Inoltre, a causa del “sonno di Odino”, Asgard sarà minacciata da vari nemici.
Ed è proprio di Ragnarok che si occupa il terzo film dedicato al dio del tuono, interpretato da Chris Hemsworth. In chiave rivisitata, questa nuova pellicola, la migliore della trilogia, si distacca dai toni più classici del primo film, mostrandoci un universo colorato, folkloristico, simile a quello de “I Guardiani della Galassia”.
Il ritmo è buono e Loki, interpretato da Tom Hiddleston, risulta il miglior soggetto, riuscendo, come al solito, a trasmettere bene l’ambivalenza caratteriale di questo personaggio menzognero.
Per quanto riguarda Thor, abbiamo finalmente il suo sviluppo e con la morte di Odino, le sue responsabilità da sovrano di Asgard. Ne vedremo delle belle.