HARDISCOdays
https://www.latestatamagazine.it/2018/06/08/dal-vinile-alla-pop-culture-intervista-a-lello-savonardo-e-gianluca-vitiello/di Benedetta De Nicola
Pensando a come iniziare un epilogo, la prima cosa che balza alla mente è questa: “Si è concluso il giorno tot, alle ore tot e poi bla bla”, il tipico chiacchiericcio sentimentale che si è tenuti a fare quando termina un evento.
Per parlarvi della fine di uno di questi, quale la Fiera del Disco e della Musica più grande del Sud, oggi, partiremo da come non iniziare.
Il 12 e il 13 di maggio sono stati un fine settimana intenso, più di cinquanta espositori, ma non solo, si sono uniti alla Casa della Musica di Napoli per convogliare in due giorni di eventi e compra-vendita di dischi in vinile.
Si crede troppo spesso che a Napoli, l’unica cosa di forma più o meno circolare che conosciamo, sia la pizza, a quanto pare gli organizzatori dei Discodays ribaltano tale stereotipo. Il vinile e con esso la musica stessa, sono veramente al centro di questa fiera, non una marchetta, non un venditore di hot dogs, solo vinile, poster e qualche accessorio qua e là, ai Discodays non si entra alla Casa della Musica, si entra NELLA casa della musica.
Sono appena le 16.35 di sabato, quando vengono spalancate le porte. È già pieno, l’odore degli scatoloni, le offerte, i nasi rivolti verso il basso. La platea si aggira pensosa da uno stand all’altro, gli artisti si preparano ad esibirsi. Una voce li presenta. Dischi di ogni genere, musiche di tutti i tipi, tipi di ogni musica. La parte più emozionante del partecipare ad un evento come questo è scoprire il tuo ruolo all’interno di ogni respiro.
Osservando la fauna si scorgono volti conosciuti, Tartaglia, Lucariello, Alfonso Fofò Bruno. Alla destra di uno, c’è il compratore compulsivo, quello che possiede millemila dischi e non ne ha mai abbastanza, camminando verso la sala eventi vedi il rocker convinto cantare un po’ durante la premiazione di Renzo Rubino, poi c’è il giovane speranzoso che vorrebbe essere sul palco, ci sono i genitori che insegnano ai figli e i figli che insegnano ai genitori.
Quando si conclude un bell’evento è un po’ come quando raggiungi il confine della tua zona di confort, ti intristisci, ti manca e il giorno dopo vorresti tornarci. I Discodays sono stati così, la conclusione di uno sprazzo di bellezza, ma non temete, torneranno.
https://www.latestatamagazine.it/2018/05/12/venti-edizioni-di-discodays-la-musica-che-festeggia/
https://www.latestatamagazine.it/2018/05/26/fofo-il-miglior-musicista-del-suo-palazzo/
https://www.latestatamagazine.it/2018/05/13/renzo-rubino-il-vinile-come-feticcio/
https://www.latestatamagazine.it/2018/05/23/tartaglia-aneuro-andare-oltre-per-errore/
https://www.latestatamagazine.it/2018/05/24/fabrica-costruire-canzoni/
https://www.latestatamagazine.it/2018/05/28/levacanze/
https://www.latestatamagazine.it/2018/06/06/apogeo-records-nuova-giovane-e-indipendente/
https://www.latestatamagazine.it/2018/06/08/dal-vinile-alla-pop-culture-intervista-a-lello-savonardo-e-gianluca-vitiello/