APE, Associazione Pugliese Editori
di Benedetta De Nicola
Migliorare la qualità del lavoro, unendosi. Questo potrebbe essere un perfetto riassunto dell’APE, l’Associazione Pugliese Editori.
Ai nostri microfoni abbiamo Francesca Conte e Nunzia Mita che, con infinita passione, ci raccontano qualcosa dell’Associazione.
“L’APE è nata per unire le case editrici piccole che, in un contesto dove trovare un libro Feltrinelli o Mondadori è semplicissimo, vuole dare spazio a editori che da soli resterebbero maggiormente nell’ombra”.
Francesca esordisce così, io, incuriosita, colgo l’occasione per domandarle di più sulle case editrici presenti nell’APE.
Comprendete esclusivamente case editrici pugliesi?
“No, l’APE racchiude gli editori pugliesi, gli autori, invece, non sono tutti pugliesi, quindi il bello è che non si è settoriali, noi pubblichiamo dal ricettario al romanzo”.
Questa non è un po’ un’arma a doppio taglio?
“Sì, essere chiusi su qualcosa ti dà una sorta di margine da rispettare, spaziare, invece, no”.
Dopo aver ascoltato le loro parole sull’APE, la conversazione si sposta, Nunzia mi spiega le diversità che intercorrono tra gli editori, mi racconta quanto le piaccia provare ad indovinare i gusti dei lettori, parlare con loro e consigliare il libro perfetto.
“Questa è la differenza tra commesso e libraio”, conveniamo tutte insieme. Letteratura balcanica, favole tradotte in pugliese, ricette, storia e semiotica. Tutti testi che si possono trovare spulciando tra le case editrici dell’APE.
Si evince un forte attaccamento alla vostra terra natale…
“Siamo terrone. Abitiamo entrambe a Roma, ma la Puglia rimane la nostra terra”.
Nella vostra regione com’è la situazione editoriale?
“La domanda cade a pennello perché proprio quest’anno, la regione Puglia ha stanziato molti soldi per un progetto che comprende tutte le librerie, le biblioteche, i luoghi culturalmente attivi, anche i bar o le pizzerie che mettono a disposizione un angolo culturale. Tale progetto vuole ravvivare l’oggetto libro e la cultura che ne consegue per invogliare la gente a scoprire nuove letture”.
Quanto è importante la piccola editoria?
La domanda può apparire banale, riempitiva, io, invece, credo che le idee che ci differenziano siano alla base di un confronto costruttivo, incontrare editori scoraggiati ed editori appagati ci fa comprendere al meglio il quadro complessivo della situazione editoriale, infatti, Nunzia e Francesca, rispondono con la luce nelle pupille, io, dal mio cantuccio, sono felice che due ragazze, giovani, intelligenti e coinvolgenti, siano tanto motivate.
“La piccola editoria è fondamentale, trovi moltissimi libri sulla Pizzica, ma una casa editrice specifica che si occupi della Pizzica e che, quindi, ne dia una visione antropologicamente più incentrata sull’argomento, è una ricchezza. Così come le storie sul misticismo pugliese, sulla cucina e l’arte”.
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