Dimmi da dove vieni e ti dirò come puoi chiamarti
Dare il nome dei nonni ai nascituri, che sia giusto o sbagliato, non è tradizione di tutte le culture.
In Italia è diffusa l’abitudine, che sia imposta o meno, di dare ai bambini in procinto di venire alla luce il nome di uno degli avi.
A Napoli questa pratica ha preso il nome di supponta (mettere a’ supponta).
Il termine supponta nasce come deverbale di un verbo latino volgare: sub-punctare, letteralmente “mettere a sostegno una punta”.
In pratica dando al bambino il nome di un parente si darebbe un “sostegno morale” allo stesso. Sono diversi i casi per cui si decide di mettere a’ supponta:
- Per il desiderio di perpetuare nel tempo il nome, e possibilmente anche il cognome, del capostipite a cui si fa riferimento.
- Per il desiderio che il nascituro abbia la stessa temperanza della persona da cui eredita il nome.
- Nel caso in cui una persona è venuta a mancare, per la speranza di trasferire, assieme al nome, la sua anima nel corpo del nascituro.
Così per secoli e secoli sono stati tramandati ai bambini, in ordine, i nomi del nonno e della nonna paterni, poi materni, e poi i nomi di zii, che fossero vivi o morti.
Interrompere la tradizione è stato visto per molto tempo come un gesto vile. Significherebbe voler tagliare i legami con la tradizione, recidere le radici con il proprio albero genealogico, non essere fieri e orgogliosi delle proprie origini.
Mentre molti dei bambini che hanno ricevuto il nome di un parente vivono in un ambiente di pace e serenità, oltre ad essere ricompensati con smodato affetto e, spesso, con regalini dal familiare a cui fanno da supponta, altri che non l’hanno ricevuto vivono in famiglie distrutte per non aver rispettato la tradizione.
E pensare che sarebbe bastato solo nascere un po’ più a est!
In Albania infatti è davvero irrispettoso porre al nascituro il nome di un avo. Ancora peggio, di un nonno o di uno zio che siano ancora vivi.
Perché? Sarebbe come dire nell’attesa che tu muoia c’è già chi ti sostituisce!
Credete sia uno scherzo? Non è così.
È tradizione per le giovani famiglie albanesi scegliere nomi nuovi, mai usati nell’albero genealogico. Nomi esotici, nomi occidentali, nomi di star televisive, ma non nomi di parenti. In forma minore si preferisce anche evitare i nomi di conoscenti, per non urtare la loro sensibilità.
E pensare che in Italia si sono create fazioni familiari che non si parlano più per la scelta di un nome!