La ballata di Mulan: leggenda ma non solo
di Ilaria Arnone
Un vecchio detto cinese dice: “Ascolta tua moglie ma non credere mai a quello che dice.”
Già questo dovrebbe darci un piccolo assaggio di quello che per secoli la donna ha rappresentato in Cina. Anzi, se osserviamo le filosofie e gli antichi testi cinesi, sarà ben complicato trovare un contesto – più o meno pubblico – in cui le donne abbiano realmente avuto la possibilità di essere ascoltate.
Eppure, un poema del IV-V secolo d.C. di cui purtroppo sono rimasti solo dei frammenti, rivendica le abilità e la dignità di una donna, ponendola alla pari con altri uomini: Hua Mulan.
La storia è conosciuta ai più tramite il cartone Disney del 1998, ma questa ha origini antichissime, ed è stata ripresa più volte all’interno di testi appartenenti alla tradizione letteraria cinese, arricchendola di vari dettagli e nuove sfaccettature.
La continua rivitalizzazione di questa leggenda le ha certamente assicurato immortalità, tanto da far diventare in tempi moderni il personaggio fittizio di Mulan un vero e proprio modello di ispirazione per le giovani donne.
La storia vede la sua protagonista intenta a filare, quando si accorge che, alla chiamata da parte dell’esercito per reclutare soldati, il suo anziano padre risponde affermativamente con l’intento di mantenere alto l’onore della sua famiglia. Per difenderlo da morte certa, Mulan si arruola al suo posto travestendosi da uomo e presentando il nome del fratello minore come suo. In campo di battaglia si guadagna onore e rispetto, combattendo valorosamente contro gli invasori barbari.
Il comportamento conforme ai valori confuciani emerge soprattutto quando l’eroina rifiuta di ricevere qualsiasi carica onorifica, accettando solo un cavallo per tornare a casa.
Niente sfarzo o lusso per la giovane donna, solo onore e profondo rispetto per la famiglia.
Per citare il film della Disney “Il fiore sbocciato nella avversità è il più raro e il più bello di tutti”.
Quella del cartone animato è essa stessa un’autocitazione, poiché Hua (花) significa fiore e Mulan (兰花) magnolia, uno dei simboli più antichi della Cina. Che la Cina e Mulan rappresentino in qualche modo un concetto simile? Che la Cina sia in qualche modo accomunata a Mulan, visti gli scontri e le sanguinose guerre che ha dovuto affrontare per essere quella che è oggi? Ovviamente si lavora di fantasia e di supposizioni, ma ci piace pensare che, sempre di più, la donna possa farsi valere e “sbocciare” anche nei luoghi più aridi della terra.
Come recitano gli ultimi versi della ballata:
“Le zampe della lepre maschio saltano veloci,
gli occhi della lepre femmina sono confusi e turbati.
Se due lepri corrono insieme,
chi potrà più riconoscere se sono maschio o femmina?”