di Francesco Di Marzo
Paolo Sorrentino, the awarded, artista napoletano, questa volta ha cercato di raccontare e analizzare una realtà complessa e particolare come quella che si vede e si trova nella sua nuova pellicola: Loro 1.
Non si tratta di un film di politica, non è sull’Italia, o meglio non su tutta. È diverso, diviso in due parti, fatte uscire a distanza di poche settimane l’una dall’altra, Loro 1 il 24 aprile, Loro 2 il 10 maggio. La prima cerca di raccontare una realtà particolare, che passa attraverso l’interpretazione di un buon Riccardo Scamarcio, alias Sergio Morra, giovane affarista italiano intenzionato a farsi strada in un mondo intriso di sesso per arrivare a raggiungere un solo obiettivo: il potere, Silvio Berlusconi, Lui.
Tutto questo grazie anche al supporto della compagna, inserita negli ambienti politici, irresponsabile, spregiudicata e arrivista, proprio come Sergio.
Proprio come questo mondo, sporco, irresponsabile, spregiudicato, nel quale si rimane soli, estremamente soli: Sorrentino ci dà la visione di questa condizione quando Morra viene inquadrato a bordo nella nave, teatro dell’ennesimo festino da lui organizzato, con gli occhi bassi e tristi a guardare il mondo che egli stesso sta creando e nel quale cerca di nuotare.
Il mondo, la strada per arrivare a Lui, che in questa fase è colto nel momento peggiore di sempre, in pieno calo di consensi col suo partito e con l’Italia tutta, in freddi rapporti con Veronica; freddo come la temperatura del condizionatore di Villa Certosa che uccide la pecorella.
Lui, è interpretato da Toni Servillo, orgoglio del cinema italiano, un Berlusconi differente, un uomo sull’orlo della crisi, della decadenza, di sicuro lontano anni luce dall’interpretazione in Il Divo e La Grande Bellezza, decisamente un ruolo complicato ma che onora ampiamente.
Un’ottima Kasia Smutniak, Kira, l’ape regina, la più vicina a Lui.
Quella ritratta è un’Italia in decadenza che si mostra nelle scene girate di droga e sesso. Il mondo delle escort, quello che ha distrutto ancora di più Lui, l’uomo, non il politico. Ed è proprio questo l’obiettivo di Sorrentino nella prima parte del film, soffermarsi sulla persona, “un mistero inavvicinabile”, così l’ha definito. Come l’Italia. Il mistero per cui la scalata al successo deve essere raggiunta attraverso il mondo dei festini. Un paese che va a rotoli?
Un’immagine difficile, però reale e presente. Attiva, (c)attiva, come quello che si vede nel film. L’arrivismo. Uomini soli, abbandonati ai loro sogni di gloria raggiunti attraverso una corsa al successo non proprio ortodossa.
Ma allora chi sono Loro? Quelli che contano davvero? Oppure che non contano i rischi e la pochezza della strada che cercano di crearsi?