La commedia degli equivoci
di Mariangelo D’Alessandro
“La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata” (Lucio Anneo Seneca)
La vita è una commedia. Troppo spesso sentiamo questa frase e ci chiediamo se sia veritiera o meno. E se così fosse?
Che tipo di commedia sarebbe? La risposta possiamo ottenerla tornando nel III secolo a.C. dove un uomo di nome Plauto portò sulla scena la commedia degli equivoci di cui sono maggiormente rappresentative le trame di due opere: i Menecmi e l’Amphitruo.
Nella prima commedia i protagonisti sono due fratelli gemelli Menecmo I e Menecmo II dove quest’ultimo, dopo il rapimento e la scomparsa del primo, non smette mai di cercare il fratello che nel frattempo si è creato una nuova vita a Epidammo. Con l’arrivo, per puro caso, di Menecmo I nella città di origine si scatenano comiche vicende confusionali.
Nella seconda commedia citata troviamo Giove che prende le sembianze di Anfitrione per sedurre e conquistarne la moglie Alcmena, con l’aiuto di Mercurio che invece prende le sembianze di Sosia, servo di Anfitrione. Si creano, così, nella commedia una serie di equivoci in seguito al ritorno anticipato e improvviso dei due personaggi reali a casa, facendo sì che sulla scena si trovino due Anfitrione e due Sosia dove il pubblico può gustare il tono ironico e la presenza indiscussa del sarcasmo.
La commedia degli equivoci, ricca di errori, di confusione, scambi di personaggi e false identità, è ciò che si avvicina più alla realtà, nella maniera più assurda. Siamo continuamente vittime di errori altrui o di informazioni false che possono portarci a fare scelte sbagliate. Viviamo in un modo ormai quasi completamente social, dove spesso le persone si nascondono dietro altre o creano addirittura false identità per ingannare il prossimo e raggiungere i propri scopi.
Oppure provate a immaginare una scena di questo tipo: cena romantica, anniversario di matrimonio, vino dall’ottima annata, piatti prelibati, candela profumata, il tutto accompagnato dalla dolce melodia di un violino, davvero una serata perfetta. Ma come tutti noi sappiamo le cose più belle si rovinano in un attimo. Lui va al bagno e lascia il telefono sul tavolo. Arriva un messaggio da un numero sconosciuto: “Non vedo l’ora di fare di nuovo l’amore con te”.
Panico, è caos.
Lei mostra la parte bianca degli occhi, urla così forte il nome del povero disgraziato nonché suo marito tanto da far strozzare, mentre mangiava, una signora anziana nella sera del suo ottantacinquesimo compleanno.
Mentre gli altri clienti del ristornate si voltano verso la donna, ormai immersa nella pura rabbia e con le unghie pronte per sfregiare la faccia dell’ex amore della sua vita, torna il marito dal bagno con la cerniera ancora abbassata e il volto bianco come se avesse incontrato la morte nella toilette. Lui, estraneo a ciò che sta vivendo, afferma di non avere assolutamente idea di chi fosse la persona che ha inviato quel maledetto sms.
Lei, ovviamente, non gli crede.
Ma la verità è che un uomo, non avendo nulla a che fare con la coppia e non avendoli mai incontrati nella propria vita, ha sbagliato a digitare il numero inviando il messaggio.
In casi come questi si potrebbe davvero definire la vita come una commedia.
A chi non è capitato di parlare male di una persona a telefono mentre si trova di passaggio un amico che, non avendo nulla a che fare con la discussione, crede di essere l’oggetto della conversazione. Analisi del sangue, non portatrici di buone notizie, spedite alla persona sbagliata che credendosi malata comunica la notizia ai propri familiari arrecando uno shock con inevitabile tristezza nell’habitat familiare, fino a quando non si avranno i risultati reali.
Possiamo continuare all’infinito con altri esempi presenti nella quotidianità della vita di tutti i giorni.
Si commettono errori, si vive nella confusione ed è quasi impossibile controllare ciò che succede nella nostra vita. Siamo fatti di distrazioni, di piccoli difetti e di certo questi non rendono la vita perfetta. E, pensandoci bene, il perfetto non ci piace, siamo esseri umani e cerchiamo sempre qualcosa da correggere. L’importante è ridere di ciò che non possiamo gestire, come la casualità degli eventi, perché arrabbiarsi non cambierebbe le cose e non porterebbe a nulla quindi meglio sorridere e andare avanti, superare le imperfezioni.
Ogni azione giusta o sbagliata che sia scatena concatenazioni di eventi cambiando e modificando di continuo il flusso delle cose. Tutto questo è sorprendentemente straordinario e non importa sapere cosa sia la vita perché basta avere la certezza che se essa fosse una commedia sarebbe certamente la commedia degli equivoci.