La spada della cultura
di Federica Auricchio
Un caldo pomeriggio di maggio, sono al bar chiacchierando con altri redattori e fotografi de “La Testata”, rilassati e stanchi per la giornata piena di impegni. Benedetta, la nostra direttrice artistica, ruba la mia attenzione: Fede, guarda: “c’è Peppe Barra! Dai, vai ad intervistarlo con Ilaria, che invece farà le foto”.
La mia seconda intervista, ma questa volta da sola, non ho Raffaele e Davide con me.
Solo Ilaria, che però sarà impegnata a fotografare.
L’ansia inizia a pervadermi e agitata aspetto che finisca di parlare, è allegro e solare, chiacchiera con delle persone.
Sta per andarsene, cosa faccio? Lo fermo? Non parlerà mai con me, andrà di fretta.
Sì, dai, lo fermo, devo fermarlo, gli rubo solo qualche minuto.
Mi scusi maestro, sono Federica, una redattrice de “La Testata”, un magazine on-line…
La mia voce è sommessa, lui mi guarda, l’espressione di gioia sul suo volto placa la mia ansia.
Potrei farle qualche domanda?
Certo che sì!
Il suo sorriso illumina il chiostro della Chiesa di San Domenico Maggiore.
Cos’è, per lei, essere attori ora?
Molto difficile! – Ridiamo, capisco ciò che vuole dire, ho molti amici che sognano di diventare attori e mi raccontano delle loro esperienze. – Ma fortunatamente abbiamo una maturità alle spalle.
Il personaggio che più le è piaciuto interpretare?
Forse… – Esita, non riesce a decidere, tutto sommato è un po’ come chiedere ad una madre chi sia il suo figlio prediletto. – Ma tutti i personaggi! Però una bella esperienza per me è stato interpretare la matrigna della “Gatta Cenerentola”.
Vuole raccontarci il rapporto con sua madre?
Come si fa a dirlo in poche parole? Un rapporto meraviglioso che dura, che ancora non è finito.
Ora tolgo subito il disturbo, vuole dirci qualcosa prima di salutarci?
Io dico a voi giovani: combattete, con l’unica spada a vostra disposizione: la spada della cultura.
Bellissime parole! La ringrazio!
Ci stringiamo le mani e vado via, con un’insolita allegria nel cuore e quelle parole che risuonano nelle mie orecchie: combattete, con l’unica spada a vostra disposizione: la spada della cultura.
Un Generale che invoglia ai giovani soldati a crederci, sempre, perché la cultura vince su ogni cosa.