La storia di Mamadou Gassama: un eroe del quotidiano
di Lorenzo Fasano
Ci troviamo a Nord di Parigi, tra le strade infiammate dal clima pre-partita. È sabato 26 maggio: Real Madrid e Liverpool si contendono la Coppa dei Campioni. L’orologio segna le 20:00 e Mamadou Gassama, giovane immigrato clandestino maliano, percorre il XVIII arrondissement alla ricerca di un bar dove trasmettano l’attesissimo evento sportivo. È inconsapevole, però, che quella sera sarebbe stato lui il protagonista del gesto atletico più acclamato.
La via si riempie di gente: un bambino penzola dal quarto piano e lo sguardo impotente dei passanti si concentra sulla facciata del palazzo, col cuore in gola.
Proprio mentre i più intraprendenti si apprestano ad allertare le forze dell’ordine, Mamadou ha già afferrato la ringhiera del primo balcone, in un’eroica scalata a mani nude che porta in salvo il piccolo prima che sia tardi. Glorificato dalla folla come “Spider-man Francese”, il giovane immigrato rivela tutta la sua umanità dichiarando di “non essere riuscito a smettere di tremare una volta entrati nell’appartamento”.
Le indagini sui responsabili della supervisione del minore scagionano la madre, fuori città al momento dei fatti, e condannano il padre − mentre si consumava il dramma giocava a Pokemon Go − a 2 anni di carcere e 30mila euro di multa, privandolo della custodia di suo figlio.
Mamadou è stato ricevuto all’Eliseo dal presidente francese Emmanuel Macron, per premiare il suo coraggio raro quanto ammirevole con la cittadinanza onoraria e un incarico nel corpo dei pompieri.
L’impagabile tempestività del 22enne ha scongiurato la tragedia, ponendo un chiaro accento sul valore che solo chi guarda in faccia la morte ogni giorno sa dare a una vita umana. È una bella storia d’immigrazione, di un eroe come tanti altri che, in fondo, vuol essere soltanto considerato umano.