“Guardo al mio prossimo match”: intervista a Luca Falco
di Marta Maresca
La sera del 23 giugno a Piano di Sorrento è stato disputato l’incontro valido per il titolo italiano di muay thai per la categoria 63.5 kg.
Il main event ha concluso una serata che prometteva bene sin dall’avvio, con dilettanti e semi professionisti che si sono succeduti sul ring in un’ascesa di sportività e spettacolo. Luca Falco e Manuel De Luca hanno espresso alla perfezione quella che è l’anima di questo sport considerato eccessivamente violento dai più: i due giovani si sono abbracciati a fine match complimentandosi a vicenda per la performance. Abbiamo intervistato il vincitore Luca Falco per conoscere le sue impressioni e i suoi progetti futuri.
Partiamo dall’inizio: come ti sei avvicinato alla muay thai?
“Sono sempre stato attratto dal combattimento in generale, ma fu quando la mia compagna mi consigliò che avrei dovuto dare spazio alle mie passioni che decisi di ritagliare del tempo per fare uno sport da combattimento, tanto che lasciai il lavoro per farlo… L’approccio con la muay thai comunque l’ho avuto quando ho conosciuto il mio maestro Angelo Veniero.”
Cosa significa per te la vittoria di quest’ultimo match?
“Ho avuto un infortunio che mi ha tenuto un anno e mezzo lontano dal ring, questo match pensavo che fosse la conferma di un mio ritorno, poi mi sono reso conto che nonostante il tempo passato niente era cambiato, ero a mio agio, al mio posto.”
Cosa ne pensi del movimento della muay thai in Italia?
“Beh, penso che ci siano buoni atleti e ottime organizzazioni. Siamo sicuramente in un periodo di crescita.”
Cosa consiglieresti ai nak muay che vogliono intraprendere la carriera da professionisti?
“Ai ragazzi che vogliono intraprendere la carriera da professionisti consiglio di farlo un passo alla volta, anche se ciò dipende molto da chi li seguirà, e di avere sempre sempre sempre tanta costanza.”
Cosa manca alla muay thai italiana rispetto al movimento europeo? A fare la differenza è solo l’esperienza dei maestri e delle palestre, o è diverso anche l’atteggiamento? Durante i tuoi incontri all’estero quali differenze hai riscontrato?
“La differenza sostanziale sta nella cultura… In termini sportivi siamo non poco arretrati culturalmente, basta vedere le attività sportive che non si svolgono nelle scuole. Come se ciò non bastasse lo sport più sponsorizzato è il calcio… Per il resto, salvando la pace di pochi, c’è poco studio e tanta improvvisazione, anche se, ripeto, il movimento in Italia è in costante crescita e con esso la formazione degli istruttori e di conseguenza quello degli atleti.”
Quali sono i progetti per il tuo immediato futuro?
“Il mio prossimo progetto è vincere il prossimo match.”
Speriamo di sentire presto parlare di Luca e del suo Team Naresuan!