La realtà in uno sguardo
di Paola Palumbo
Si dice che “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, ma ci siamo mai chiesti il perché?
Dal latino pupìlla, il punto grazie al quale è possibile vedere il bambino dentro l’adulto, ciò poiché è l’unico organo che non cresce; inoltre guardando il nostro interlocutore negli occhi, la parte “nera lucida” riflette la nostra immagine in miniatura.
Gli studi sulla pupilla sono stati, nel corso dei secoli, vari e complessi; essa rivela le nostre emozioni, gli stati d’animo e, a uno sguardo più attento verso il nostro interlocutore, permetterebbe di metterci in seri guai. Infatti, anche se fossimo dei perfetti mentitori, dovremmo abbassare lo sguardo o comunque rivolgerlo altrove per non essere scoperti.
Analizziamo i vari sviluppi di queste indagini:
- Nel XIX secolo nacque l’ottografia, ossia lo studio sulle pupille di persone assassinate. A cosa potrebbe servire ciò? Si pensava che, durante l’omicidio la vittima, guardando negli occhi il carnefice, catturasse la sua immagine; ancora oggi non si è arrivati ad alcun risultato effettivo e, così, questa disciplina viene inserita nelle “scienze paranormali”.
- Alcuni studiosi hanno condotto una ricerca all’università di psicologia in Norvegia scoprendo che, a causa della dopamina, una proteina rilasciata dal cervello, se si è interessati a qualcosa o qualcuno avviene la dilatazione delle pupille. In particolare si resero conto che questo effetto accade nelle donne alla vista di un “potenziale partner”.
- Lo stesso viene causato nella sfera sessuale, ciò dimostrato nel 1977, quando furono scelte circa 150 persone per leggere un libro erotico. In alcuni passi del libro le loro pupille si dilatarono notevolmente, accertando la veridicità dell’ipotesi.
Gli occhi, però, possono anche restringersi, ciò avviene quando proviamo rabbia, ribrezzo o quando siamo abbagliati dalla luce.
Il fenomeno di dilatazione prende il nome di midriasi, di restringimento quello di miosi.
“Abbi cura di me come la pupilla dell’occhio, nascondimi, all’ombra delle tue ali” – salmo di Davide scritto quando, dopo aver ucciso il gigante Golia, attirò su di sé l’invidia del Re d’Israele, Saul. Per questo motivo cercò rifugio tra le montagne e conforto nella preghiera.
Sempre in Ebraico si utilizza l’espressione “uomo piccolo negli occhi” tramite la frase “pupilla dagli occhi”, sempre riferito a Dio che ci dà valore così come noi lo diamo alla vista.
In effetti, questo è il più importante dei nostri sensi, il quale ha bisogno di più tempo per svilupparsi e, per esso, il cervello riserva la parte più ampia. In una società così frenetica e caotica non si trova, molte volte, il tempo di guardarsi negli occhi, di capire i sentimenti e gli stati d’animo degli altri; siamo troppo impegnati a guardare noi stessi, a programmare le cose e svolgerle nel modo più veloce possibile.
Dovremmo soffermarci di più, parlare di più e solo così, forse, riusciremo a capire realmente chi abbiamo di fronte, senza perderci a pensare a cose frivole, vivendo maggiormente il presente; quei piccoli istanti che forse al momento possono sembrarci banali ma che, a una riflessione più attenta, ci lasciano qualcosa in più.
Carpe diem gente.