Mary Shelley – Un amore immortale
di Marianna Allocca
Mary Shelley – Un amore immortale è un film drammatico, diretto da Haifaa Al-Mansour ed è interpretato da Elle Fanning.
In origine, il titolo del film era A Storm In The Stars. Le riprese sono iniziate il 20 febbraio 2016 a Dublino e ad inizio marzo sono state spostate a Lussemburgo. L’anteprima mondiale del film è avvenuta al Toronto International Film Festival il 9 settembre 2017, mentre in Italia solo quest’anno.
La sceneggiatura ruota intorno al personaggio di Mary, figlia di un’antesignana del femminismo e di un filosofo determinista William Godwin. La fanciulla cresce in bellezza e cultura. Appassionata di letteratura gotica e di fantasmi, si rifugia spesso in un cimitero e sogna di scrivere un giorno il suo romanzo.
Durante un soggiorno in campagna incontra Percy Shelley, poeta inquieto che la seduce, per poi farla innamorare perdutamente. Sposato e con dei figli da crescere, Percy nasconde a Mary la verità. Svelata l’omissione, la donna deve scegliere se vivere quell’amore o rinunciarvi. Il desiderio ha il sopravvento e i due amanti fuggono insieme, portando con loro la sorella minore di Mary.
Tra i tre nasce un singolare ménage segnato da alti e bassi, miseria e nobiltà. Infine, la donna riesce ad emanciparsi scrivendo un romanzo: Frankenstein. La regista Haifaa Al-Mansour – dopo aver denunciato il fondamentalismo e la poligamia in Arabia Saudita realizzando anche il primo film saudita della storia La bicicletta verde – continua con la sua personale ricerca sull’esclusione femminile dando vita ad una pellicola biografica sulla scrittrice Mary Shelley.
Figlia di due figure chiave dell’Illuminismo inglese, di cui condivide le idee rivoluzionarie, Mary Shelley è il cuore di un film che mira a celebrare la sua figura e a ricalcare il discorso, mai così attuale, della relazione uomo-donna.
Il film presenta diversi dettagli omessi e modificati, ma ciò nonostante rende abbastanza bene l’idea di quella che è stata Mary Shelley: una donna forte, protettrice delle proprie idee a dispetto di un tempo in cui alle donne spesso non veniva concesso avere un’educazione e opinioni proprie.
Una donna che ha sopportato sofferenze atroci, come la morte dei suoi stessi figli, o la relazione di Percy con sua moglie. Inoltre, emerge anche la stima di Mary nei confronti di sua madre; non a caso, la scrittrice porta con sé la paura di essere abbandonata, un senso di solitudine incolmabile, presente anche in Frankenstein.
E l’amore?
Mary ama Percy in modo impulsivo, sincero, anche se Percy sostiene il principio dell’amore libero, secondo il quale una coppia è aperta e senza alcun tipo di vincoli: amare seguendo le proprie idee, o meglio, essere il tipico tombeur des femmes.
La storia ha un fascino indiscutibile, però raccontato secondo modalità convenzionali. Vengono contrastati i preconcetti, il bigottismo e lo smarrimento, lasciando spazio al genio, all’anticonformismo, alla lungimiranza.
Probabilmente, il film si perde nel didascalismo. Non c’è un’indagine approfondita che va oltre i confini della convenzione narratologica. Il tutto si focalizza fin troppo sull’amore dei due amanti, senza rappresentare in pieno le contraddizioni interiori di una giovane donna.
Al di là dei pareri contrastanti dei critici e del pubblico, il film è piacevole, ma non del tutto entusiasmante. Eccezionale, invece, è il ruolo interpretato dall’attrice Elle Fanning.