Leda e il cigno, una storia di passione fra le mura di Pompei
di Ilaria Aversa
Potente, sensuale, affascinante: ecco come riassumere l’affresco di Leda e il cigno ritrovato pochi giorni fa a Pompei.
La storia di Leda, moglie del re di Sparta Tindaro e madre di Clitennestra ed Elena, è stata più volte rappresentata nel tempo come esempio di passionalità e desiderio. Il mito racconta infatti di come Giove, pur di amare liberamente la regina spartana, si fosse trasformato in cigno per possederla. Da quell’unione, come vuole la tradizione, nasceranno due gemelli, i Dioscuri: Castore e Polluce.
Ed è in una dimora in via del Vesuvio agli scavi di Pompei che, proprio negli ultimi giorni, è stato rinvenuto un dipinto dalla fortissima carica erotica ritraente il punto cardine della leggenda.
Leda, adagiata su una sedia, si lascia languidamente amare dal candido cigno che la sovrasta. Il suo sguardo rivolto verso l’osservatore è talmente penetrante da attirare su di sé l’attenzione, quasi come se sapesse di essere spiata ed invitasse lo sconosciuto a partecipare.
La sfrontatezza del suo gesto e quell’espressione di sicurezza sul suo volto rendono quest’affresco diverso da tutte le rappresentazioni più “caste” realizzate in precedenza.
Non c’è taboo, non esistono mezze misure, la scena appare esattamente com’è.
Forte e prorompente, arriva dritta al punto senza troppi giri di parole, rendendola la perfetta rappresentazione della passione che viene consumata.
Ancora una volta, Pompei sa regalarci piccole splendide perle che ci permettono di ricostruire la sua storia. Che poi, fa sempre bene ricordarsene, è anche la nostra.
Ancora una volta, la città ferma nel tempo torna a vivere e a farci sognare.