Prendiluna: prima si ride e poi si riflette
di Raffaele Iorio
Oggi è il turno di Prendiluna, il romanzo dello scrittore bolognese Stefano Benni.
Per chi già fosse abituato allo stile del “Lupo” nessun problema, per tutti gli altri è meglio fare una piccola precisazione: come ogni autore, lo stile di Benni non è per tutti. Quindi meglio iniziare mettendo le cose in chiaro: Benni quando scrive si diverte, fa divertire, fa piangere, gioca con le parole creando spesso neologismi e non se ne frega di passare dalla realtà alla fantasia senza avvisare prima. Il tutto contornato da un velo di satira che spesso traspare dalle sue opere. Prendiluna non fa eccezione.
Lettori poco empatici, che non amano l’ironia e che si prendono troppo sul serio diffidate da questo libro: non fa al caso vostro. Nessuna critica, “de gustibus non disputandum est”.
Al resto auguro una buona lettura.
Prendiluna è la storia di una vecchia insegnante, da cui il titolo del libro, alla quale viene affidata, da un gatto fantasma, una missione: consegnare i Diecimici ad altrettanti Giusti sulla terra. Dall’esito della missione dipenderà il destino dell’intera umanità.
Così, le vicende della vecchia maestra si intrecceranno con quelle di Dolcino e l’Arcangelo Michele, evasi da un manicomio per farla pagare a Dio, e ancora con quelle del commissario Garbuglio, che vorrebbe diventare un divo dello schermo e molti personaggi ancora.
Dalla trama è facile intuire come la componente fantastica impregni tutta l’opera, non per forza di disturbo a chi predilige una lettura realistica. Vi è in Benni, più che pura fantasia, una distorsione del mondo, che forse lo rappresenta meglio di quanto la realtà stessa possa fare. Prendendo spunto da un pezzo letto da Ambra Angiolini (https://www.youtube.com/watch?v=hSw2ZD2s5X8) (dal minuto 8.00) ce ne rendiamo conto.
Aiace è un ex collega di Prendiluna, è stato lasciato dalla moglie e affranto dalla vita decide di riversare il suo odio sul web diventando un hater. Con lo pseudonimo di “Hercules” ingaggia vere e proprie battaglie:
Alcion 46
«Mi sembra che i giudizi di Hercules sugli omosessuali siano rozzi e razzisti… e poi cita l’antica Grecia a sproposito».
Hercules
«Io conosco la profondità della cultura greca, tu solo quella del buco del culo».
Bobotroll
«Quanta inutile volgarità».
Xyjkzjkzywx
«Chi sei tu per giudicare comodamente protetto dall’anonimato?».
Hercules
«Fatti i ca**i tuoi».
Bobotroll
«Siete dei beceri. Si vede proprio che avete preso da certuni politici».
La conversazione continua ancora e tra i nomi già citati vedremo inserirsi, senza un senso logico, un vegano che inveisce accusando tutti i carnivori, un pizzaiolo sentitosi tirato in causa per il fatto che il suo mestiere potesse essere poco dignitoso, Don Twitt che non sa di cosa si sta parlando ma che lo spiega nel suo libro e molti altri ancora, fino a che non si sfocia nell’ilarità più assoluta. A questo punto inizia la magia: il fatto che tutta questa ilarità, in modalità diverse, accada realmente, ci fa prima ridere e poi riflettere. Benni attua una forte satira del mondo, l’eccesso serve solo a farci capire meglio come tante cose esistenti siano in realtà più illogiche di molte fantasie. «Trumpi» razzisti e omofobi che inveiscono contro il prossimo, schiere di uomini sempre incollati ai loro «Smartafoni», sette segrete che governano il mondo e un dio crudele che ne infischia se un bambino a due anni muore e un altro a dieci già spara contro i suoi simili.
Ma la satira di Benni non è banale, egli descrive semplicemente la pazzia del mondo, non ponendosi mai su un piedistallo. A detta sua: «È importante insegnare e imparare la necessità di avere dei maestri» non a caso Prendiluna è un’ex docente: «i maestri non ti insegnano solo a obbedire o a fare quello che vogliono, loro sono quelli che ti vogliono bene e tirano fuori da te il meglio e quando vedono il peggio non lo giudicano». I dieci Giusti non sono mai persone prive di vizi e possessori di virtù “pure”, Clotilde gestisce un sexy shop vestendosi succinta, il professore Cervo Lucano è inventore del SUB (sistema di unificazione blasfemica) e Fiordaliso è ormai ridotta a reietta. Una satira non puramente moralistica e decisamente atea.
Non consiglio Prendiluna a chi non ama ritrovarsi parolacce troppo spesso e affermazioni maschiliste, anche se fa parte del gioco potrebbero risultare disturbanti. Per i curiosi ho raggruppato alcune immagini con alcune parti più interessanti, basta cliccare qui https://www.instagram.com/raffaelei/, scorrere l’home e trovare la copertina del libro.
Buona lettura a tutti.