Lo spirito Natalizio
Quando penso al Natale mi sento sempre un po’ bambina, ed è proprio così che voglio raccontare questa festività, con gli occhi di una piccola donna che è capace ancora di sognare, che esce fuori dagli schemi della scrittura adulta…perché io questa festa l’ ho sempre vissuta in modo magico e fanciullesco.
Chi non ama il Natale, le luci, l’albero, quell’atmosfera magica che solo questa festività è capace di donare; bambini e adulti la aspettano e ogni anno sembra passi sempre più in fretta. In prossimità di questa ricorrenza, perché non toglierci qualche piccola curiosità?
Paffuto, vestito di rosso, barba bianca… sì, è proprio lui, Babbo Natale. Il vero nome è Santa Claus, ossia San Nicola, protettore dei bambini e degli studenti. Appartenente ad una famiglia nobile turca, ha salvato tre ragazze dalla prostituzione, consegnando a casa di ciascuna un sacco di monete d’oro come dote… e secondo voi dove avrà riposto questo sacco? Sì, proprio nel camino! Ciò avvenne a causa della porta di casa delle ragazze, che lui non riusciva ad aprire.
Questa è la leggenda che ci lega a lui, figura amata in tutto il mondo; in realtà nasce nel 1931 grazie all’idea del pubblicitario Sundbolm per sponsorizzare una nota bevanda, oggi ancora la più diffusa; infatti, se notiamo i colori con cui è vestito Babbo Natale, comprendiamo subito che si tratta della Coca-Cola.
Oltre i regali consegnati da Santa Claus, ci sono quelli che scambiamo tra di noi, con amici, parenti, conoscenti, fidanzati… ma da dove deriva questa usanza?
È ripresa dai Saturnali, una festa antica pagana, ovviamente girata in chiave cristiana nel IV secolo d.C. Questa nasceva in onore di Saturno, dio dell’età dell’oro e delle semine, in cui venivano celebrati sontuosi banchetti a cui partecipavano sia signori che servi che in questa occasione si scambiavano regali in segno di uguaglianza tra le classi sociali.
Oggi anche io scambio i regali con la mia famiglia e gli amici, ma i Natale più belli li ho trascorsi da bambina quando scrivevo sempre la mia letterina, con tanto di promesse del tipo “l’anno prossimo sarò più buona”, per la gioia di ricevere la visita di Babbo Natale che mi consegnava il regalo.
All’epoca chiedevo di tutto, ma poi mi regolavo perché i miei genitori mi dicevano che lui aveva tanti bambini da accontentare e non era giusto ricevessi tutto io. La notte del 25 dicembre non dormivo mai, al massimo riposavo, ma poi sobbalzavo e mi domandavo come facesse ad entrare dato che non abbiamo mai avuto un camino, a quel punto chiedevo di lasciare una finestra aperta e lo aspettavo.
Non l’ho mai sentito entrare e quindi venivo assalita da dubbi “forse quest’anno non verrà” – “forse non lo sento perché entra scalzo” e via così all’infinito. Poi all’alba ero in piedi, correvo nel salotto ed il mio regalo era sempre lì, sorridevo, ero felice e non mi ponevo più domande.
Ecco i miei Natale migliori.
Disegno di Sonia Giampaolo
di Paola Palumbo