Matera, dai Sassi a Capitale europea della cultura 2019
di Olimpia Branno
Scelsi Matera così… un po’ per caso, un po’ per curiosità. Certo conoscevo le peculiarità principali di questa città, di questa terra, però non avevo la piena consapevolezza del viaggio interiore che avrei intrapreso grazie a questo luogo. Carica di entusiasmo arrivai in città, il mio bed & breakfast si trovava in una stradina caratteristica, adiacente al centro storico.
Mi persi osservando le forme di queste abitazioni che mi ricordavano, almeno in parte, i bassi napoletani. Mi sentivo a casa. Strano sentire una sensazione del genere così presto, quasi d’istinto, quasi di stomaco. Presi la borsa e decisi di dare un’occhiata al posto.
La prima tappa fu in piazza G. Pascoli, lì mi persi in quello scenario. Tante casette stagliate così, l’una nell’altra. Stradine, gradini che si intersecavano con sassi o pezzi di casa costruiti con pietre di tufo.
Davanti a me c’era qualcosa di simile ad un presepe e guardandomi intorno, osservai le espressioni rapite ed esterrefatte degli altri visitatori e notai un’altra caratteristica: silenzio.
Il silenzio e la quiete regnavano sovrani, come se le parole fossero superflue davanti a cotanto splendore. Un silenzio che ti connette con te stesso, che ti prepara al tuo viaggio interiore. Continuai la mia visita e le mie scarpinate su e giù tra i sassi: il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso; queste erano le due parti antiche, assieme alla Civita, che compongono il centro storico di Matera, un territorio prezioso quanto storico.
Quando parliamo dei Sassi di Matera, parliamo di abitazioni scavate nel tufo e che corrispondono alle prime abitazioni dell’uomo fin dal paleolitico. Per capirne meglio la struttura e come si svolgeva la routine nei sassi, si può visitare la storica “Casa grotta” di vico solitario.
La vita che si svolgeva in questa piccola abitazione rupestre era molto semplice. Essa ospitava famiglie anche molto numerose, immaginate… in questo piccolo spazio vivevano ben undici persone, i genitori e nove figli; insieme alla famiglia si ospitavano anche gli animali in possesso.
Il letto era uno solo, con il materasso imbottito di foglie di granturco che isolava le persone dall’umidità del pavimento e permetteva di creare spazio per la chioccia sottostante. A destra del letto c’era il cosiddetto “cantero”, il vaso che conteneva i liquidi fisiologici di tutta la famiglia. Sì, i sassi non erano forniti né di rete fognaria né di rete idrica.
Al centro dell’abitazione era posto un tavolo molto piccolo con una grande stoviglia al centro dal quale mangiava tutta la famiglia, servendosi da quell’unico piatto. Insomma, non vi era nessun tipo di comfort.
Con la denuncia di Carlo Levi nel romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli” i Sassi passarono dall’essere un rifugio sicuro a “Vergogna d’Italia”. Etichettati così dall’Italia post-bellica che rimase sgomenta dalle scarse norme igienico-sanitarie e dall’increscioso tasso di mortalità infantile pari al 50%.
Nel 1952, lo stato Italiano per mano di De Gasperi ne ordinò lo sgombero. A poco a poco questi furono abbandonati perdendo il lustro e l’utilità. Solo negli anni ’80 ci sarà una riqualificazione di questi gioiellini architettonici che diventeranno, nel 1993, patrimonio dell’umanità UNESCO.
Prima di tutti, fu però il cinema a vedere in questo posto la magia; citiamo i più importanti film girati tra queste strade come Il vangelo secondo Matteo di Pasolini e La passione di Cristo di Mel Gibson.
Oltre ai Sassi, a Matera, sparse qui e lì si possono osservare le chiese rupestri, testimonianze dei monaci che si rifugiarono sulla murgia materana, abbellite con affreschi iconografici risalenti al XI-XII secolo.
Oltre alla storia si può anche apprezzare altro, come il buon cibo. Tradizioni culinarie semplici di origine contadina ci permettono di muoverci in questo viaggio a ritroso. Le pietanze servite con una ricercata modernità non abbandonano i sapori semplici ricordandoci in questo perfetto connubio il passato che si fonde con il presente. Infine, ma non meno importante, potremo ammirare La Murgia Materana.
Le caratteristiche morfologiche di questo Canyon sono impressionanti, al centro scorre l’omonimo fiume che divide il territorio; da un lato l’altopiano che comprende i sassi e la Civita, dall’altro il parco archeologico della murgia materana anch’esso patrimonio UNESCO.
Tale area, abitata fin dalla preistoria, conserva ancora stanziamenti risalenti al Paleolitico e Neolitico. Inoltre una delle caratteristiche più importanti del parco è la presenza di circa 150 chiese rupestri dovute all’attività monastica sia benedettina che bizantina.
Insomma, non è difficile capire cosa abbia spinto la commissione europea nel 2014 a scegliere Matera come Capitale Europea della cultura 2019. Cultura che ci connette a ciò che eravamo guardando, nello stesso tempo, sempre al futuro perché “tutelare ciò che eravamo, ci consente di essere ciò che siamo.”