La Tregua di Natale
di Mariangelo D’Alessandro
Il Natale ormai è passato, i regali ce li siamo scambiati e le bottiglie le abbiamo stappate. Durante queste festività, però, non abbiamo avuto modo di parlare di un episodio che andrebbe sempre ricordato durante le feste natalizie.
Sto parlando della Tregua di Natale. Non sai cos’è? Non c’è problema. Sono qui per raccontartelo.
Anno 1914.
La Prima Guerra Mondiale era iniziata già da cinque mesi, ma nel dicembre del 1914 succede qualcosa che ha dell’incredibile. Alcuni giorni prima del Natale i soldati inglesi e quelli tedeschi cessano il fuoco. Nella terra di Ypes, ormai luogo di sangue, cadaveri e morti si iniziano a sentire dolci canzoni natalizie. All’improvviso un soldato britannico, con le mani alzate, esce dalla trincea e si avvicina ai nemici. I tedeschi riescono a vedere l’uomo disarmato. Tregua.
Circa 100.000 soldati britannici e tedeschi furono coinvolti nella tregua più bella che la storia abbia mai conosciuto.
Non più pallottole ma abbracci, non più bombe ma regali. Sì, avete capito bene. Non solo durante i giorni di festa fu cessato il fuoco ma la mattina di Natale, i due schieramenti che fino a qualche giorno prima erano pronti a massacrarsi a vicenda, iniziano a scambiarsi piccoli doni: cioccolata, sigarette, whisky e tanto altro.
Ma se pensate che la storia finisca qui, vi sbagliate di grosso.
Con palloni fatti di stracci pieni di sabbia, legati con un spago e con porte delimitate da cappotti inizia una vera e propria partita di calcio. Sembrerà assurdo ma conosciamo anche il risultato finale: 3 a 2 per i tedeschi.
Negli anni successivi altre piccole tregue furono stabilite durante diversi combattimenti, ma mai come quella di Ypes il 25 dicembre 1914.
Quando ho studiato la Prima Guerra Mondiale avrei tanto voluto leggere, almeno su uno dei tanti libri di storia, questo episodio. Ma non è stato così… chissà perché.
Di fronte a una festività come il Natale, questi soldati non sono riusciti a tenere in mano i fucili, non sono riusciti più a tirare bombe, bensì prendere un oggetto e regalarlo al nemico. Abbracciarsi, farsi gli auguri, sorridere… semplicemente sorridere per un istante, quando il tempo sembra si sia fermato. Dare due calci a un pallone.
Tutto ciò non è piaciuto a chi tira i fili, a chi ha scatenato la Grande Guerra. Gli episodi di fraternizzazione con il nemico furono giudicati negativamente dagli alti comandi e severamente proibiti per il futuro…
Quando vi capiterà di scambiarvi gli auguri di Natale con amici, parenti, magari davanti al camino, o al bar bevendo un buon calice di vino, ricordate quei soldati, ricordate quelle persone e cosa hanno fatto. Perché la Tregua di Natale del 1914 non va dimenticata.