Gibellina – La città che visse due volte
Di Davide Cacciato
Una città in cui convivono due identità, nettamente separate da un orrendo terremoto. Oggi Gibellina si trova a confrontarsi con se stessa.
Gibellina è una città della provincia di Trapani divenuta tristemente nota per via del terremoto del Belice del 1968, che distrusse completamente il vecchio centro abitativo, di cui rimane come unica testimonianza l’opera land art “Cretto di Burri” realizzata dall’artista Alberto Burri. La Gibellina “nuova” fu costruita ad 11 km dalle macerie della vecchia città. Per la costruzione di un nuovo nucleo abitativo, l’amministrazione dell’epoca decise di chiamare all’appello i maggiori artisti e pensatori del momento, cercando di creare un concetto innovativo di città-museo: Arnaldo Pomodoro, Leonardo Sciascia, Mimmo Paladino e Pietro Consagra sono solo alcuni degli illustri nomi che di collaborarono alla riuscita di questo progetto. La nuova città divenne un vero e proprio laboratorio en plein air, dove ogni elemento, urbanistico e non, faceva parte di un disegno artistico-filosofico ben strutturato, volto a lanciare un preciso messaggio estetico e culturale fin dalla progettazione: sculture disseminate in ogni dove si fondono con palazzi in stile moderno che diventano opera d’arte a sé; un sistema di piazze e teatri che si snodano per l’intera città rispecchia l’intera progettazione di stampo artistico.
Gibellina diventa simbolo ed ideale.
La città-museo ha, quindi, una doppia identità, che vive ancora oggi anche grazie alle vecchie generazioni, detentrici di storie di antichi luoghi ormai spazzati via. L’obbiettivo della mostra “Transizioni | Gibellina/Gibellina. La città che visse due volte. Immagini di futuro da un diverso presente”, organizzata dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, si pone l’obiettivo di ricollegare e far confrontare le due identità della stessa città, attraverso un percorso diviso in tre sezioni: la prima sezione presenta per la prima volta la ricomposizione dell’immagine cartografica della città scomparsa, ricostruita grazie ad una accurata rielaborazione della memoria degli abitanti più anziani. Nella seconda sezione sono esposti in sequenza i progetti urbanistici e architettonici elaborati per la città nuova, evidenziando le innovazioni e le criticità che hanno determinato l’attuale paesaggio urbano. La terza sezione è dedicata ad immaginare il futuro di Gibellina, costruito insieme agli abitanti, ai ragazzi e alle istituzioni della città. Gli allievi architetti del Laboratorio di Urbanistica, condotto dalla prof. Alessandra Badami, presenteranno i loro elaborati progettuali che propongono soluzioni innovative a partire da un diverso presente.
La mostra inaugurerà il giorno 28 febbraio 2019 a partire dalle ore 10:00, in Via Monte Finestrelle, 14, Gibellina (TP) e sarà fruibile al pubblico fino al 10 marzo 2019.
Vi consigliamo di non perderla!