La curiosità fa il chimico
di Marta Maresca
Cos’è che spinge un incauto neodiplomato a iscriversi alla facoltà di scienze chimiche?
Tra le matricole c’è un’abbondante metà che cambierà strada entro il primo anno di corsi: la selezione naturale fa il suo corso, come ci insegna il vecchio Darwin; solo i più appassionati proseguono fino a ottenere la tanto agognata laurea, a seguito di rinunce e inviti declinati reiterati negli anni.
I primi giorni di corsi mi stupì l’interesse con cui ogni studente seguiva le lezioni: abituata a scuola dove si era obbligati a seguire anche le materie che non interessavano, era bello poter finalmente studiare esclusivamente per soddisfare le proprie curiosità.
Perché un chimico è prima di tutto curioso: vuole capire il perché degli eventi e per questo scava sempre più a fondo, rovista tra i libri e chiede opinioni in giro fin quando non è soddisfatto della spiegazione. Nell’epoca in cui ogni genere di informazioni è facilmente reperibile sul web il chimico continua a sfogliare edizioni lise e ingiallite per appagare la sua curiosità. Solo allora può dormire sereno, almeno fino al sopraggiungere del prossimo dilemma esistenziale.
Ma la passione non funge da repellente contro lo scoramento: l’impulso di lasciar perdere tutto e andare a fare il cameriere è sempre forte, ma poi come ci si spiega perché un bicchiere riempito oltre l’orlo non strabordi? E allora torniamo in quella stanzetta in penombra dove i libri ci attendono, con le persiane accostate per nascondere il mondo esterno ed evitare tentazioni.
Tutto questo per sapere perché: perché non si riesce a trovare una cura ai tumori? Perché mamma dice che il fritto fa male? Perché mangiare cioccolata ci fa sentire più felici? Perché le droghe danno assuefazione?
Oltre la chimica che viene insegnata alle scuole superiori c’è un mondo praticamente infinito nei cui meandri sono celate le risposte ai maggiori interrogativi dell’uomo, sta a noi scovarle.
Da qui l’importanza della ricerca e della figura del chimico e di tutti coloro che si affannano nei laboratori: a furia di domandarsi perché un determinato esperimento evolva in un modo invece che in un altro si arriva alla risposta; basta non scoraggiarsi ma fare leva sulla propria curiosità e sui colleghi di lavoro: provate a percorrere un corridoio su cui affacciano laboratori e arriverete in fondo preda dell’ilarità e del buonumore. E non sarà colpa del cloroformio.