Montessori: chi è e come ha cambiato la didattica
La prima volta che vidi il suo volto avevo 8 anni, ero in fila per comprare delle caramelle. Quel giorno ero stata molto brava a scuola e per questo ebbi un premio. Arrotolavo, per la frenesia, la banconota da 1000 lire nelle mie manine mentre aspettavo il mio turno, quando mi scivolò dalle mani. Il pezzo di carta planò veloce ma non troppo e mi si parò sulla scarpina.
Rivolto verso di me c’era il volto di una signora, mi guardava sorridente con uno sguardo calmo e amorevole… la osservai.
Non so dirvi se quella fu la prima volta, ma ricordo perfettamente quel momento. Dieci anni dopo, caso volle, che mi trovassi ad un dibattito sulla didattica, materia da sempre nell’occhio delle critiche. Il comiziante introdusse varie tematiche e problematiche ed elogiò il“metodo Montessori” dicendo: “La Montessori ha ideato una scuola a misura di bambino capace di sviluppare abilità, talenti, di creare persone e non computer”. Fui colpita da quelle parole tanto che mi spinsero ad approfondire…
Maria Montessori nacque nel 1870 da una famiglia medio borghese, nonostante il livello culturale e sociale questi si opposero alla sua volontà poiché scelse di frequentare la facoltà di medicina. Nonostante la famiglia contro che preferiva scegliesse degli studi più consoni e l’ambiente scientifico, fortemente maschilista, ad appesantire la situazione, raggiunse il suo obiettivo e si laureò ricevendo i complimenti per il traguardo raggiunto.
Fu tra le prime donne italiane a laurearsi in Medicina; basti questo per capire quanta stima cresceva in me nel leggere queste parole, così lessi di più… Mosse i primi passi della sua straordinaria carriera, che la portarono a diventare un’icona del filantropismo, alle prese con i bambini disabili di cui si prese amorevolmente cura.
Dopo numerosi tentavi e prove sul campo arrivò così ad elaborare un nuovo e innovativo metodo di istruzione per bambini affetti da handicap. Uno dei concetti basilari di questo metodo era concentrato sulla constatazione che i bambini avevano fasi di crescita differenti. Da qui, allora, una consequenziale differenziazione dei piani di studio e di apprendimento.
L’impegno e la dedizione profusa in questo progetto offuscarono la vita privata di Maria, che fu sempre poco chiara. Infatti, su questo aspetto venne fuori molto poco, ciò che ci è giunto è che i premi e riconoscimenti ricevuti per gli studi accademici la portarono a collaborare con Giuseppe Montesano, medico e suo coetaneo, a cui si legò sentimentalmente. Da questa relazione, tenuta segreta per salvaguardare il rapporto lavorativo, nacque un figlio, Mario. Anche la gestazione ed il parto furono affrontati in gran segreto e ovviamente lontani da Roma.
Maria annullò se stessa e la sua figura materna per salvaguardare l’uomo che amava così dopo il parto, affidò suo figlio ad una famiglia di Vicovaro (un paesino del Lazio), che successivamente lo iscrisse in un collegio. Solo dopo la morte di sua madre, Maria poté prendere con sé suo figlio, ormai quattordicenne, presentandolo come suo nipote (la verità fu rivelata solo dopo, nel suo testamento).
Il rapporto con Montesano finì in modo drammatico. Quest’ultimo sposò una donna “tradizionale’’ dedita più alla famiglia che alla carriera. Questo avvenimento sconcertò Maria che prese a vestirsi di solo nero, in lutto eterno per quell’amore finito. La rinuncia al figlio, unita alla fine della sua storia d’amore segneranno, senza dubbio, cambiamenti fondamentali nella sua vita.
Sicuramente dedicò tutta la sua esistenza a quelle creature innocenti e ne è testimone l’epitaffio della sua tomba che recita “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.” Insomma, sono rimasta molto colpita dalla forza di questa donna che nonostante fosse rimasta sola non ha abbandonato gli studi, le ricerche e l’amore che l’ha resa così speciale.
E voi, conoscevate questo personaggio molto importante? Eravate a conoscenza della sua vita privata? Cosa vi ha colpito di più?
di Olimpia Branno