Arlecchino: l’ombra dietro i suoi colori
Chi non conosce Arlecchino?
Il servitore ingenuo e dispettoso di origine bergamasca noto per il suo particolare abito fatto con rattoppi di stoffe di vari colori e che, proprio per questo, trasmette tanta allegria.
Nata nel 1550 questa maschera è una delle più note e tradizionali del Carnevale, ma quello che probabilmente non sapete è che dietro il suo personaggio si nasconde un’origine pagana e oscura.
Secondo molti, infatti, la figura di Arlecchino sarebbe ispirata a quella di un diavolo buffone medievale di origine francese chiamato Hellequin.
Non a caso la maschera nera che copre la versione tradizionale del costume ha un aspetto vagamente demoniaco e presenta due protuberanze sulla fronte ricollegabili a probabili residui delle corna da diavolo.
Perfino Dante lo cita nella Divina Commedia, precisamente nel XXII canto dell’Inferno, dandogli il nome di Alichino, un vero e proprio demone posto nella quinta bolgia, a guardia dei malversatori immersi nella pece bollente.
Con il tempo l’impronta demoniaca si è gradualmente affievolita, fino ad assumere le caratteristiche con cui oggi è da tutti conosciuto.
disegno di Marta Bellavia