Non solo Frida Khalo: cinque donne del mondo dell’arte
La storia dell’arte è permeata da un gran numero di figure femminili che, purtroppo, vengono spesso dimenticate.
Eccezion fatta per Frida Khalo e Marina Abramović, quali artiste conoscete?
Oggi ne scopriremo qualcuna insieme!
Tamara de Łempicka
“Vivo la vita ai margini della società, e le regole della società normale non si applicano a coloro che vivono ai margini”.
Tamara de Łempicka operò a partire dagli anni ’20, periodo di radicale trasformazione della società europea. Tamara nei suoi quadri ritrae donne ricche, enigmatiche, eteree ma protagoniste della scena, raffigurando in un certo modo se stessa. Anche a causa della sua bisessualità, Tamara era considerata come una donna misteriosa, inarrivabile e scandalosa. Il suo stile pittorico parte da un leggero cubismo intriso di canoni neoclassici fino ad arrivare a divenire una dei maggiori esponenti dell’Art Deco, con uno stile tutto personale che la renderà facilmente riconoscibile: le sue protagoniste diventano specchi dell’uomo moderno, intriso di fredda malinconia.
Properzia de’ Rossi
“Giovane virtuosa, non solamente nelle cose di casa, come l’altre, ma in infinite scienzie, che non che le donne, ma tutti gli uomini l’ebbero invidia”.
Da Vite di Giorgio Vasari
Properzia de’ Rossi fu una scultrice rinascimentale bolognese. Tramite gli scritti del Vasari e degli storici successivi Properzia de’ Rossi appare come una donna indomita, indipendente ma con una sicurezza economica alle spalle data dal padre notaio. La passione per l’intaglio le venne fin dall’infanzia, dove raffigurava scene bibliche intagliate in noccioli di pesca. La sua bravura nell’intaglio le portò addosso l’invidia dei colleghi del tempo, tanto da essere ingiuriata come “pubblica concubina”. Nonostante le malelingue e la paga notevolmente ridotta entrò nel cantiere di San Petronio nel 1524 e ad oggi restano le sue meravigliose incisioni tra cui primeggia Giuseppe e la moglie di Putifarre (in foto).
Louise Bourgeois
“L’opera può insegnare qualcosa, non l’artista. Un buon numero di artisti sono molto stupidi”.
Louise Bourgeois è stata un’artista francese che operò soprattutto in America. Tutta la sua produzione è pregna delle memorie della sua infanzia, con tutti i risvolti psicologici ad essa collegata. Utilizza l’arte anche per cauterizzare alcune ferite profonde, come il turbolento rapporto con il padre che non giovò alla sua autostima. Bourgeois non si lasciò trascinare mai dalle mode del momento ma con una sua precisa visione dell’arte riuscì ad attraversare tutta la poetica artistica de ‘900, tanto da venir considerata come un raro esempio di artista moderno e contemporaneo allo stesso tempo.
Niki de Saint Phalle
“Se la vita è un gioco di carte noi nasciamo senza conoscerne le regole”.
La pittrice, scultrice e regista di origini francesi divenne famosa grazie alla performance Tiri per poi iniziare a ritrarre con le sue opere grosse figure femminili coloratissime chiamate Nanas. Tra il ’79 e il ’96 realizza vicino Capalbio (GR) il suo Giardino dei Tarocchi: questo luogo, ispirato anche a Parco Güell di Gaudì a Barcellona, è pieno di opere dell’artista, le quali sono intrise di significati simbolici ed esoterici aventi come cardine il concetto di nascita-rinascita. Le forme prettamente sferiche e curvilinee così come i forti colori accesi, tra cui primeggia il rosso, si fanno anch’esse portatrici di significato.
Sofonisba Anguissola
“…tanto ben fatti che pare che spirino e siano vivissimi”.
Giorgio Vasari sui ritratti di Sofonisba Anguissola
Sofonisba Anguissola fu una pittrice rinascimentale cremonese che stupì fin da giovane anche il celebre Michelangelo. Il padre, in maniera del tutto “illuminata”, concesse alle figlie di poter studiare discipline artistiche, sostenendole e incoraggiandole. La sua fama si diffuse per tutta Europa tanto da avere commissioni di ritratti fin dalla famiglia reale spagnola, dove si stabilì per diverso tempo. I suoi ritratti oltre ad essere magistralmente eseguiti lasciano trasparire la storia dei personaggi rappresentati. Trasferitasi gli ultimi anni della sua vita a Palermo fu ritratta da Anton Van Dyck, ammiratore di quest’ultima.
Davide Cacciato
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