Il coraggio di essere donna – Prima parte
di Paola Palumbo
“Per tutte le violenze consumate su di lei,
Per tutte le umiliazioni,
Per il suo corpo che avete sfruttato,
Per la sua intelligenza che avete calpestato,
Per l’ignoranza in cui l’avete lasciata […]”
Attribuita a William Shakespeare
Ricordo ancora la mia infanzia, ero una bambina già vivace e dinamica, con tanta voglia di fare, ma con troppi limiti imposti. Mi presento… sono Vittoria, vivo in un sobborgo, nella periferia di Roma. La mia voglia di imparare, di viaggiare, di conoscere era smisurata, i miei occhi brillavano, io sognavo un avvenire da favola ed un presente lontano dal mio; ecco perché tutti mi rimproveravano. Ricordo ancora mia madre, invecchiata dalle preoccupazioni, dalle mille cose da fare in casa, dall’accudire me ed i miei tre fratellini più piccoli. Aveva appena 37 anni ma sembrava molto più anziana, con il suo scialle nero, quel vestito un po’ scucito ed i capelli sempre sciolti. Aveva un odore che non dimenticherò mai; quando riuscivo ad abbracciarla non mi sarei voluta più staccare, mi sentivo protetta solo tra le sue braccia.
La sento ancora ripetermi che è inutile sognare, che bisogna restare con i piedi per terra, che soprattutto noi donne non possiamo permetterci grandi aspirazioni… ma io lo sentivo tra le sue pause, i suoi sospiri, che desiderava altro per me, ci sperava ma lo nascondeva. Io, allora, continuavo a viaggiare con la fantasia ma mi era permesso fino al tramonto, perché col calar del sole andavano via anche i miei sogni e il buio si impadroniva di me. In quel momento incrociavo lo sguardo di mio padre… severo, spento, vuoto, lui mi fissava e i miei occhi diventavano lo specchio dei suoi, mi sentivo vuota anche io.
Lui non aveva grandi aspirazioni per me, ma di questo non c’è da meravigliarsi, il 18esimo secolo era un periodo moderno, ma mai quanto i miei sogni. Trascorrevano giorni, mesi, ed io nei pensieri trovavo la mia strada. Con i pochi spiccioli che riuscivo a racimolare in casa compravo riviste di attrici, era quello il lavoro dei miei sogni. Desideravo vestirmi bene, con grandi abiti e tanti accessori, un bel profumo e il suono degli applausi attorno a me. Volevo essere acclamata sul palco e richiamata solo perché la mia prestazione non aveva eguali. Sognavo di essere come lei, di partire per la Francia, di cambiare il mio nome ed avere un gran carattere… lei, Silvia Balletti, la mia musa ispiratrice. Lunghi capelli ricci, tanto scuri quanto lucenti, carnagione chiara, uno sguardo che ammaliava gli spettatori, protagonista indiscussa delle scene. Era il dieci gennaio, non dimenticherò mai quella data, una mattinata fredda, mio padre che mi ripeteva, come sempre, che dovevo sbrigarmi a fare le faccende e accompagnare i miei fratelli a scuola; ma quel giorno, ancora più degli altri, ero agitata, l’avevo tanto atteso eppure non potevo parlarne con nessuno. Il piano era questo: uscire con i miei fratelli e dopo averli lasciati a scuola correre dall’altra parte del paese. Lì c’era una baracca con attori e attrici poco noti, i quali cercavano comparse; avevo poco più di 16 anni e a breve avrei avuto il provino che attendevo da tempo. Mi presentai in quel luogo, non nelle migliori condizioni ma poco mi importava, era il mio sogno e, nonostante mio padre, il mio terrore di essere scoperta e gli occhi degli uomini all’entrata, decisi di provare. Lo vedevo dai loro sguardi il disprezzo, ma nulla mi avrebbe fermata, sapevo che non sarebbe stato semplice, ma nulla per le donne lo era…
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Il racconto che vi presentiamo è ispirato all’evento “Smettete di farci la festa”, organizzato in occasione della Giornata Internazionale della Donna che ha visto come protagonista la rete di stakeholder attiva sul territorio dell’Ambito Territoriale N30 – Torre Annunziata.
Con la partecipazione di Consorzio Proodos, Consorzio Co.Re, Catena Rosa, Centro per le famiglie e Centro Antiviolenza Eirene, in collaborazione con l’Ambito Territoriale N30 e il Comune di Torre Annunziata una mattinata impegnata tematicamente sulla figura femminile.
Due i momenti di condivisione cui abbiamo partecipato: un corteo di sensibilizzazione e un incontro di riflessione che hanno visto la partecipazione delle scuole del territorio di Torre Annunziata.