L’esercito di terracotta
di Teresa Labriola
Anni ed anni di storia studiata alle scuole elementari ci hanno insegnato come gli antichi fossero spaventati ma al tempo stesso affascinati dalla morte. Non era propriamente la fine della vita ad incuriosirli, bensì cosa ci fosse dopo, cosa avrebbero dovuto aspettarsi e come avrebbero dovuto prepararsi: ed è esattamente per questo che le tombe venivano allestite come se il defunto dovesse trascorrere una nuova vita in un posto non ben definito, e quindi organizzarsi in modo adeguato portando con sé tutti gli oggetti che solitamente utilizzava in vita, come l’oro, gli utensili, gli oggetti di valore come i gioielli, etc.
Grazie a vari ritrovamenti sappiamo per certo che tantissime popolazioni erano ossessionate dal contenuto della sala mortuaria, cosicché la nuova vita potesse procedere senza intoppi alla fine della vecchia. Un’usanza molto diffusa era anche quella di decorare la tomba in modo da renderla più ospitale e familiare: la comodità era indispensabile, ma anche l’occhio vuole la sua parte!
Ma se… l’aldilà fosse stato un posto pericoloso?
Nonostante la comodità e la bellezza fossero ottimi elementi per iniziare la nuova vita dopo la morte, nessuno si pose realmente il problema della sicurezza. Nessuno, fino all’ascesa del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, colui che pensò di farsi proteggere dallo stesso esercito che unificò la Cina. L’imperatore, vissuto dal 260 a.C. al 210 a.C, non voleva di certo farsi seppellire insieme a migliaia e migliaia di soldati, ma ordinò la costruzione a grandezza naturale di fedeli copie in terracotta di ogni uomo. Nacque così quello che oggi è considerato patrimonio dell’UNESCO ed Ottava meraviglia del mondo: l’Esercito di terracotta.
Scoperto nel 1974 poco più che qualche coccio con delle sembianze umane, oggi il sito archeologico vanta più di 8000 statue suddivise in soldati, arcieri, fanti, e addirittura cavalli che trainavano carrozze di bronzo con decorazioni dorate. Ogni scultura è singolare, dotata di particolari unici che la rendono mai uguale alla altre, ciò perché le statue dovevano davvero rappresentare i valorosi uomini che si distinsero in battaglia: di fatti l’imperatore non si sarebbe mai accontentato di farsi proteggere da persone comuni. Egli era un tipo particolare, venne ricordato come colui ossessionato dall’immortalità, che a quel tempo si pensava fosse data dall’assunzione di mercurio, lo stesso materiale che, per assurdo, provocò la sua morte.
Si pensa infatti, grazie al ritrovamento di alcuni antichi scritti, che la sua tomba sia circondata da piccoli fiumi di mercurio che rappresenterebbero il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro, i più importanti della Cina; e che il soffitto della sua sala sia fatto di rame con perle incastonate, così da ricordare un cielo stellato.
Ovviamente queste sono tutte supposizioni in quanto la tomba non è stata ancora riportata alla luce: non ci resta che aspettare per sapere se lo strano quanto geniale imperatore abbia ancora sorprese in serbo per noi!