Nanoracconti – I cinque sensi
Di Maria Cristiana Grimaldi
Il fenomeno del Nanoracconto è nato su Facebook il 19 Luglio 2014 grazie all’ingegno di Pietro Damiano e vanta la pubblicazione di tre libri, ultimo dei quali uscito a gennaio. Quale avventura hanno intrapreso i nanoscrittori questa volta?
C’è sempre una scusa per creare Nanoracconti.
Non è come il Fight club: in questo caso bisogna parlarne, farli circolare, racimolare adepti dediti alla causa delle duecentocinquantabattutespaziinclusi e solo chi si immette nel circuito di questo gioco conosce la difficoltà di condensare in pochissime battute una storia vera e propria, con inizio e fine stabiliti da chi la mette al mondo. Il limite spaziale imposto, sicuramente per farci soffrire e allenare quelli che da piccoli facevano piangere le spillette con temi ricchi di sinonimi, racchiude in realtà infinite possibilità di creare personaggi e storie che magari un giorno, se particolarmente riusciti o sentiti potremo scegliere di far rivivere in racconti più ampi. Insomma, che sia finito o terreno di coltura a lungo termine, lo spazio del Nanoracconto è pieno di vita letteraria. Fa piangere, fa ridere, lascia col fiato sospeso ma soprattutto fa dannare chi è prolisso.
Poche battute in un universo sterminato, che sia umano o letterario, si collocano in un mondo in cui regna il caos della parola, abusata spesso, lasciata cadere senza misura.
Dicevo, c’è sempre una scusa per creare Nanoracconti.
Questa volta, per il terzo libro, si è trattato di mettere su carta quei cinque sensi con cui ci percepiamo e sentiamo l’alterità. Ognuno ha interpretato questi mezzi secondo la propria sensibilità di scrittore, creando storie davvero notevoli. Vista, udito, tatto, gusto e olfatto si sono lasciati spiegare attraverso tante persone che per gioco o per sfida hanno contribuito ad allargare questo universo senza uscire dalle 250 battute. Ma non c’è solo questo. Come vedrete il libro ospita inoltre tre sezioni legate ad altri temi. Una raccoglie Nanoracconti anonimi pervenuti tramite email e denominati dallo stesso sconosciuto come “Nannsens”. In un’altra ci sono quelli nati dal contest in occasione dell’uscita del libro di Pietro Damiano, “Confini”, dedicati appunto al volume o semplicemente al titolo. L’ultima, “Nani su misura”, racchiude Nanoracconti scritti su richiesta in cui al classico testo da leggere si affianca l’immagine che ha ispirato effettivamente la storia.
Ma facciamo due domande al mitico Nanoboss, Pietro Damiano, che con la sua invenzione ha unito in tre raccolte tantissime storie provenienti da tutta Italia e perfino dall’estero, creando un fenomeno virale e aggregante:
Perché sono nati?
“I Nanoracconti sono nati per l’esigenza di coniugare tra loro i social e la passione per la scrittura. 250 è il numero giusto di battute che riempie un post, senza il fastidio di dover cliccare su altro per leggere tutto il testo. Una storia che non faccia perdere l’attenzione all’internauta.”
Cosa sono per te?
“Sono un gioco, un modo per mettersi alla prova, l’idea lampo che si concretizza, un’opportunità per tutti, incontrare nuova gente, confrontarsi. Ma ripeto, soprattutto un gioco.”
Insomma, anche se siete il più pigro dei lettori, con un solo libro potrete dire di avere letto quasi trecento storie!