Non avere vergogna, le terrò per me
A volte, ci fidiamo di chi ci ama ma non possiamo mai sapere quale motivazione può portare il nostro compagno a diffondere nostri momenti intimi, diffondendo un revengeporn.
“Dai, lo sai che ti amo, potrei mai farti del male? Giuro che le terrò per me e non le farò vedere a nessun altro”.
Questi sono i classici epiteti scontati che sentiamo dirci dal nostro amato indifferentemente dal sesso a cui appartiene.
Un gioco erotico, una foto scattata che ritrae le nostre nudità di cui spesso ci vergogniamo.
Quella foto scattata che parla da sola, “ti penso costantemente, l’ho scattata adesso solo per te”, ma può un innocuo gioco distruggere la vita di una persona?
Facendo un salto nel passato avremmo potuto scamparla semplicemente; internet doveva ancora nascere, le lettere venivano scritte a mano e il romanticismo dilagava.
Foto che avrebbero potuto ritrarre le nostre nudità sarebbero state distrutte finendo piano piano nell’oblio, ma oggi è così?
La rete è un’arma a doppio taglio; per quanto il sistema telematico ci abbia potuto aiutare costantemente con la vita di tutti i giorni, sbrigando comodamente da casa un lavoro composto da scartoffie ed infinite file, allo stesso tempo è il male perché, entrandoci dentro, è quasi impossibile uscirne.
Con l’avvento di cellulari di ultima generazione dotati di telecamere, è dilagato il fenomeno delle foto porno amatoriali mandate costantemente ogni giorno ed ha come protagonisti sempre un pubblico composto da giovani, la maggior parte minorenni.
Le vittime, che sono al 90% di sesso femminile, hanno regalato a colui che poi si sarebbe rivelato carnefice un’immagine di quella nudità tanto agognata.
Ma cosa potrebbe succedere se rompessimo il rapporto col nostro compagno di vita o d’intimità e quest’ultimo non la prendesse molto bene?
Potrebbe accadere che il soggetto “traumatizzato” dalla rottura della relazione possa diffondere, per vendetta trasversale, i contenuti mandati o registrati, con o senza il consenso della persona, durante la love story, senza che quest’ultima ne sia a conoscenza.
Il contenuto comincia a dilagare piano piano: da cellulari fino alla rete vera e propria di internet fino a diventare un caso nazionale.
La vittima verrà derisa, sbeffeggiata, avrà proposte indecenti da parte di persone che la reputano “sporca”.
La sua vita sociale cesserà di esistere, imbacuccata per non farsi riconoscere, scegliere un alternativo percorso stradale per non incombere nelle avances di persone che pensano che il mondo sia solo un gioco in cui vince il più rozzo ed indisciplinato.
Non servirà nemmeno cambiare nome poiché il volto è quello, inconfondibile e l’unica cosa da fare è nascondersi nella propria abitazione o scappare, addirittura in un’altra nazione.
Molti sopportano, altri no e, non a caso, il 2 aprile 2019 è stato il giorno della rivincita di Tiziana Cantone, portata in auge da più video in cui veniva ripresa durante atti sessuali con diversi uomini.
Un diritto all’oblio non ascoltato, quei suoi momenti di divertimento che gli hanno rovinato una vita fino al giorno in cui il coraggio ha preso il sopravvento e l’ha portata a decidere di lasciare quel mondo che, per un anno e mezzo, l’ha derisa incessantemente.
Il 2 aprile 2019 l’incubo finisce e ciò che prima non era regolato da una norma giuridica ora lo è: da uno a sei anni con una multa di €15.000 per punire chi ha leso l’immagine di una persona che semplicemente non provava più un sentimento verso chi poi sarebbe diventato carnefice.
La libertà è bella e sacra, e molti non si rendono conto del dono che hanno solo perché sono nati in un paese democraticamente libero; ma si può essere privati della libertà con la violenza psicologica che spesso è peggiore di quella fisica.
Siamo nati liberi e ci comportiamo da tali, siamo liberi di far ciò che vogliamo col nostro corpo perché siamo, in primis, esseri umani, ma soprattutto dobbiamo preservare quella libertà e custodirla con la stessa fermezza con cui l’esponiamo.
Diffidate da chi ci lusinga anche per un certo periodo di tempo solo per arrivare ad un suo piacere personale poiché chi ci ama lo dimostra in altri modi.
Oggi è un giorno storico, un giorno in cui tutte le vittime del revengeporn potranno avere la loro giustizia, arrivata, ahimè, troppo tardi per la povera Cantone.
di Antonio Vollono