Artisti che rivoluzioneranno i tuoi piani
Impostare una storia su più piani è segno di grande talento e, indubbiamente, di spiccata abilità tecnica. È quello che accomuna due artisti particolarmente celebri: Ludovico Ariosto e Maurits Escher.
Ludovico Ariosto, noto poeta rinascimentale, presso gli Este contribuì ad arricchire la tradizione letteraria italiana con una varietà di opere e di generi. Dalle rime petrarchesche alle satire, passando per le commedie, ecc.
Il suo capolavoro rimane l’Orlando furioso, poema epico-cavalleresco distinto per la tecnica, l’ironia con cui la realtà è raccontata, i due grandi filoni letterari e come questi ultimi si intrecciano.
Infatti, l’entrelacement che travolge l’intera opera e tutti i suoi lettori, rende molto complessa la stesura della sua trama. Ci troviamo davanti a varie sotto-trame che sono trattate in contemporanea, come si evince dal proemio:
«Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto…»
I due filoni che attraversano il poema, quello d’armi e quello d’amori, si intrecciano. A prevalere è quello amoroso in quanto Orlando fugge dalla guerra (filone guerresco), per seguire la bella Angelica, il cui “tradimento” lo porterà alla follia.
Dunque, non solo nella tecnica narrativa, ma anche nei movimenti dei personaggi viene creandosi un reticolo inscindibile. Questo caos è ben trasponibile sulle stampe di Escher, incisore e grafico olandese. La sua rappresentazione della realtà è paradossale e molto più vicina di quanto crediamo a quella di Ariosto.
Il motivo è differente: il primo era colpito dal rapporto tra le dimensioni, il secondo voleva mettere in risalto le contraddizioni della società. Eppure, il risultato è molto simile.
Il conflitto che genera l’antagonismo tra le dimensioni bidimensionale e tridimensionale, porta alla raffigurazione di paesaggi distorti e disturbanti. Come in Salita e discesa, dove i monaci camminano lungo una scala impossibile.
O in Relatività emerge quanto l’artista si fosse appassionato alla creazione di situazioni sempre più insolite. In queste, i personaggi cadono in un loop infinito che suggerisce una sorta di incomunicabilità tra gli stessi, i quali non realizzano di trovarsi in una realtà che non gli appartiene.
Ciò crea un universo parallelo in cui tutto si muove con moto immaginario e infinito, che porta all’intreccio tra i protagonisti e, allo stesso tempo, alla loro distanza. Il risultato di questo paradosso è la nascita di vite singolari e scollegate, ma legate dal luogo in cui la loro strada si incontra e si intreccia.
Lisa Scartozzi