La Parlesia Editore: si respira aria di Polonia in libreria
La passione per la letteratura porta talvolta a imbattersi in strade ancora inesplorate, mondi e anime nuovi residenti in paesi lontani. È da questa suggestione che nasce La Parlesia, la casa editrice italiana che ha scelto di portare alla luce la grandiosità della letteratura polacca.
Noi de La Testata – Testa l’Informazione abbiamo avuto il piacere di conoscere le menti da cui nasce quest’obiettivo in occasione di Napoli Città Libro, il Salone del Libro e dell’Editoria di Napoli, e di farci raccontare la loro storia, di entrare nel loro mondo lasciandoci trasportare dall’atmosfera di quel paese che, in fondo, non è poi così distante dal nostro.
Cominciamo parlando di voi, presentatevi. Da dove nasce l’idea di intraprendere un progetto del genere insieme?
“La formazione della nostra casa editrice è composta da Marco Boccia, libraio di professione ed editore per passione come tutti noi altri, Francesco Schiavone, docente di Italiano e Storia nei licei e Iolanda Della Ventura, professione grafica. Siamo tutti accomunati dalla passione per la letteratura e per i libri ed è da lì che nasce l’idea di provare a diventare editori. Il passo successivo è la letteratura polacca, letteratura poco tradotta in Italia se non nei grandi nomi che ci hanno fatto appassionare a essa. Abbiamo deciso di concentrarci su un unico tipo di letteratura proveniente da una sola area geografica e che è poco diffusa da noi in Italia anche per poterci creare uno zoccolo duro di lettori, polonofili come noi, che ci segua in toto nel nostro progetto.”
Parlateci della vostra casa editrice. È stata la passione per la letteratura polacca a spingervi a fondare una nuova casa editrice dedicata totalmente a essa oppure l’idea di avere una vostra casa editrice a farvi scoprire la letteratura polacca?
“La letteratura di Gombrowicz, i reportage e i diari di viaggio di Kapuściński, la filosofia letteraria di Miłosz, la fantascienza di Lem, la poesia della Szymborska e la fama di un autore che ha vissuto Napoli come sua seconda patria come Herling-Grudziński ci hanno fatto appassionare a questo tipo di letteratura nel nostro percorso di vita. Quando abbiamo deciso di dedicarci a libri provenienti da una sola area geografica per noi non è stato difficile decidere per la Polonia, che consideriamo come tanti il cuore dell’Europa. Una nazione ricca di contraddizioni ma anche di una letteratura e una musica invidiata dal mondo intero, aggiungici poi la storia europea che l’ha vista sempre protagonista nel bene e nel male e sai di avere un mondo dal quale poter prendere tante storie nuove da pubblicare, soprattutto tra gli autori contemporanei. L’ultimo passo è stato invece quello di pensare alle collane con cui cominciare la nostra avventura, la poesia, il reportage e il romanzo.”
Perché La Parlesia? Che legame c’è tra Napoli e la letteratura polacca?
“Abbiamo pensato di accostare il linguaggio in codice degli artisti napoletani alla letteratura polacca, diventata per noi il codice, non ancora decifrato del tutto, che vogliamo diffondere e al quale vogliamo avvicinare il maggior numero di lettori possibile. Ovviamente Napoli è la nostra terra ed è quello il legame più forte per noi ma non nascondiamo che in futuro potrebbe nascere una collana che ha Napoli come punto di riferimento per molti autori polacchi importanti, il già citato Herling ne è un esempio ma anche il “nostro” Mariusz Wilk del quale siamo fieri di aver pubblicato per la prima volta in Italia uno dei sette Diari del Nord col titolo di Uomini renna, tradotto in quasi tutte le lingue del mondo, che ha scelto di vivere a Procida. I legami con Napoli sono molti e molti ancora da scoprire per noi.”
Come avete conosciuto gli autori che avete tradotto? Come hanno preso questa vostra iniziativa?
“Il nostro è stato un lavoro di ricerca molto lungo e ponderato, in questo ci ha dato una grande mano il nostro più prezioso collaboratore, il docente di letteratura polacca dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale Andrea de Carlo. Ha saputo indirizzarci e consigliarci verso opere di immenso valore che in Italia non erano ancora state tradotte. Ci avvaliamo poi della collaborazione, altrettanto preziosa, dei ragazzi del blog Polonicult, in special modo nelle figure di Salvatore Greco e Francesco Annicchiarico, anche lui napoletano come noi e traduttore del nostro primo romanzo Toximia, che insieme dirigono anche un’agenzia di scouting, la Nova Book Agency. Il rapporto con le case editrici polacche è sempre facile per noi perché da parte loro c’è la voglia di diffondere la loro letteratura in una nazione come l’Italia con la quale sentono di avere un forte legame. Lo stesso vale per gli autori, sempre entusiasti di poter venire in tour e incontrare i loro lettori italiani.”
Che riscontro state avendo dal pubblico? Piace la letteratura polacca ai lettori napoletani?
“Napoli Città Libro è stato per noi un banco di prova importante, essendo veramente il primo grande evento al quale abbiamo partecipato. Abbiamo generato molto interesse e curiosità tra i lettori napoletani, così come lo stiamo riscontrando nella maggior parte delle persone che si avvicinano e vogliono conoscere il nostro progetto. Speriamo sia una cosa duratura e soprattutto speriamo di poter proporre sempre nuove opere dalla Polonia che piacciano a sempre più persone, non solo perché sono polacche ma perché sono buone.”
Pensate di aprirvi ad altri paesi in un futuro o mantenere questa linea?
“Il nostro progetto è agli albori e adesso ci sentiamo di percorrere questa strada che abbiamo scelto, una strada che ci piace sempre di più.”
Rebecca Grosso