Pretty Woman: una Cenerentola moderna
In questo articolo tratteremo del film commedia per antonomasia, del cult più cult di tutti; di un film che non ha bisogno di descrizioni né di annunciazioni. Parliamo, nel caso non l’aveste capito, di Pretty Woman, la commedia romantica targata anni ‘90.
La trama del film affonda le radici nella tanto plagiata favola di Cenerentola e difatti, già dai primi minuti di ripresa, lo si può capire. La protagonista Vivian, interpretata magistralmente dalla bravissima seppur giovanissima Julia Roberts, è una ragazza di facili costumi finita sulla strada a causa di un passato un po’ burrascoso. Attenzione però, ci troviamo di fronte a un personaggio dinamico forse un po’ utopico: non è vittima di un sistema, non è priva di spina dorsale. Anzi… Fin dai primi frames lo spettatore si scontra con una personalità forte, che decide per se stessa e che quindi non si lascia schiacciare come la sua lontana cugina Cenerentola.
Il protagonista maschile, Edward, interpretato dall’affascinante Richard Gere, è il tanto agognato uomo ricco, indaffarato, affermato nel lavoro e soprattutto “lo scapolo super ambito”. La particolarità di questo personaggio è che, seppur parliamo di un uomo d’affari, collocato in una società ancora troppo misogina e maschilista, egli non rispecchia queste caratteristiche e anzi si approccia a Vivian in chiave diversa rispetto al solito rapporto occasionale. Non la tratta come se fosse un oggetto, anzi, instaurano un rapporto molto intimo, nel quale lei riesce a mostrare la parte ingenua e preziosa di sé. È questo il motivo per cui annovero questa pellicola tra i miei film preferiti: perché racconta non solo una storia d’amore ma anche la storia di una donna che, nonostante traffichi con il suo corpo, difende la propria dignità e mostra con orgoglio la persona che è; al punto d’essere disgustata per i modi della “commessa scostumata” la quale, ritrovandosi in negozio la ragazza vestita in modo succinto, non vuole venderle nulla trattandola per giunta da stracciona, dando credito ai pregiudizi. Pregiudizio che viene messo all’angolo, per la seconda volta, quando successivamente, per ripicca, Vivian mostra alla commessa bigotta gli acquisti fatti e quindi le percentuali perse.
Dopo questo veloce excursus converrete con me che non ci troviamo di fronte alla classica storia di Cenerentola ma nemmeno di fronte a una commedia anni ‘90. Per me, parliamo di una Cenerentola moderna, di una favola femminista dissonante con la società dell’epoca.
Tornando al film, con un po’ di prevedibilità, il gentile uomo d’affari si innamora della bella sprovveduta. Bloccato dalla paura (perché sì, l’amore fa sempre paura) Richard allontana Vivian al termine dell’accordo cercando di tornare a essere l’uomo tutto d’un pezzo dedito agli affari quale era.
Incassato il colpo, la nostra Cenerentola capisce di dover chiudere con la sua precedente vita e approfittando del gruzzoletto ricevuto tenta di voltare pagina. È qui che viene fuori con tutta la sua dirompenza la forza delle donne, che non si perdono d’animo neanche davanti a una grossa delusione.
La conclusione è un po’ melensa però fa sorridere occhi e cuore e forse, spinge a sognare anche le persone più restie. Pretty Woman è un film intramontabile che veicola, camuffato dalla banale storia d’amore, un messaggio meraviglioso contro i pregiudizi e soprattutto sulla possibilità di riscatto.
E voi l’avete visto? Vi è piaciuto? Cosa ne pensate?
Olimpia Branno
disegno di Marta Bellavia