Utilizzi degli ossidi metallici
Gli ossidi sono composti formati dall’ossigeno e da un metallo che si formano in determinate condizioni.
La superficie di un cristallo è una zona ad alta energia per la presenza di legami “mancanti”, per cui gli atomi che vi si trovano tendono a legarsi con ciò con cui vengono a contatto. In laboratorio questa proprietà può essere sfruttata per diffondere sulla superficie del metallo ciò che si desidera per ottenere una specifica sostanza. In ambiente non controllato invece la prima cosa con cui la superficie altamente reattiva viene a contatto è l’ossigeno atmosferico che si lega agli atomi compensando la mancanza di legami; i composti che si formano sono chiamati ossidi, e possono assumere caratteristiche molto diverse.
Corrosivi – L’ossido del ferro, volgarmente denominato ruggine, corrode la struttura del metallo perché sfaldandosi espone nuovi atomi all’azione dell’aria, favorendo la formazione dell’ossido fino a consumare tutto il metallo del reticolo; per gli elementi i cui ossidi agiscono a questo modo è necessario un trattamento specifico per isolare la struttura atomica dall’azione dell’ossigeno atmosferico, intervenendo ad esempio con speciali vernici che rivestono la superficie dell’oggetto metallico.
Protettivo – Un’altra categoria di ossidi si caratterizza per la formazione di una vera e propria patina che protegge la struttura sottostante del metallo: è il caso del rame, che infatti viene utilizzato per la produzione di grondaie e coperture, assumendo il caratteristico colore verdognolo che è possibile notare sulle guglie di molti campanili. Anche l’ossido di titanio ricopre il metallo proteggendolo dall’azione dell’ossigeno atmosferico, ma a differenza del sopracitato ossido di rame, l’ossido di titanio presenta un aspetto lucente tipicamente metallico: per questo motivo è utilizzato nel rivestimento di edifici, come il Guggenheim Museum di Bilbao, oltre che in medicina nella costruzione di protesi.
Di Marta Maresca