Il Cinema d’autore e il suo prestigio
Nell’odierna realtà distributiva italiana ed europea il cinema d’autore gode, tuttora, di grande prestigio?
Fortunatamente esiste ancora un solido pubblico attento ed affezionato alle realtà del grande cinema, nonostante ci siano film che attualmente sono destinati al mero intrattenimento, senza arte né parte.
Innanzitutto, l’espressione “Cinema d’autore” è usata per descrivere quei film che rispecchiano la personalità del loro regista, ma il più delle volte anche quella dello sceneggiatore. Si tratta di un concetto soggettivo, di cui non esiste una definizione del tutto intransigente. Spesso, il cinema d’autore è paragonato ad un cinema d’essai.
L’espressione deriva da “Cinéma d’art et d’essai” (cinema d’arte e di sperimentazione) che in Francia, fin dagli anni Quaranta, venne attribuita a quelle sale cinematografiche che proiettavano film non commerciali, di derivazione avanguardista e rivolti ad un pubblico colto.
In Italia le sale del cinema d’essai videro una grande diffusione negli anni Sessanta, successivamente all’avvento della politica degli autori che determinò un nuovo modo di pensare il cinema. I film d’autore affrontano contenuti complessi e poco commerciali, analogamente ad un romanzo o ad un’opera teatrale. Inoltre, danno meno peso al puro intrattenimento, stimolando, invece, eventuali riflessioni da parte dello spettatore, il quale non può più assistere passivamente alla proiezione. Spesso il film d’autore è inserito in un complesso di opere dello stesso autore, per questo riconoscibile.
Per quanto riguarda il cinema d’autore europeo, esso si sviluppò nel periodo che intercorse tra la fine del Neorealismo italiano e la Nouvelle Vague francese. Infatti, fu proprio in Francia che venne elaborato il concetto con la discussione tenuta dalla Cahiers du cinéma, nella quale fu riconosciuto al regista del film la paternità sull’opera; sostanzialmente un autore con un proprio stile, o addirittura, una propria poesia.
Per avere un’idea basterebbe l’esempio dei film di Carl Theodor Dreyer, Robert Bresson, Jean-Luc Godard, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Andrej Tarkovskij o Ingmar Bergman.
Oggi, per film d’autore si intendono quelli diretti da grandi registi, che non sempre producono delle opere che raccolgono l’interesse del grande pubblico, ma per la loro qualità artistica finiscono per costituire delle pietre miliari nella storia del cinema.
Per definizione, è stato appurato che il film d’autore è un genere di film colto, che non è adatto al grande pubblico, in quanto spesso non possiede gli elementi fondamentali dediti ad attirare le grandi masse (architrama, svolgimento lineare degli eventi, eccetera), ma si dedica piuttosto alla rappresentazione, allo studio psicologico dei personaggi, alla creazione di un mondo surreale rappresentante la fantasia del regista, o ancora ad altri scopi non necessariamente narrativi. Nella produzione mondiale ci sono stati molti registi che sono divenuti esempi eminenti nella cinematografia: Charlie Chaplin che fu probabilmente il primo autore mondiale, già all’epoca del cinema muto.
Tra gli statunitensi vanno annoverati Frank Capra, Billy Wilder e soprattutto Alfred Hitchcock, Orson Welles e Stanley Kubrick. Senza ombra di dubbio, è doveroso citare gli autori moderni più disparati del cinema d’autore che hanno particolarmente influenzato il cinema e i cinofili.Parliamo dei Fratelli Coen, innovativi ma radicati nel cinema classico, impietosi nella scrittura, ironici e profondi, senza dimenticare il lato grottesco e metafisico.
Tarantino, noto per la sua cinefilia maniacale, è stato definito un regista DJ per la sua abilità nel combinare stili diversi fondendoli insieme. Inoltre, è da considerare il regista più influente della nostra generazione. Per non parlare di David Lynch:
“Mi piace fare film perché mi piace perdermi in un altro mondo. I film sono un mezzo magico che permette di sognare nel buio”.
Un autore di capolavori del cinema surreale. Regista del sogno come continuità tra realtà e immaginazione, dell’inconscio. Fra tutti coloro che hanno realizzato pellicole d’autore, di sicuro, il danese Lars von Trier è stato ed è ancora il regista che ha suscitato moltissime critiche per la crudezza e l’immoralità dei suoi film, senza che si recepisse il vero messaggio, la vera e stramba personalità di un regista oltre gli schemi.
Infine, come disse Ingmar Bergman “non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”.
Marianna Allocca
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