Clint Eastwood: divo avanti e dietro la telecamera
Vincitore due volte del Premio Oscar per la miglior regia, uno alla memoria Irving G. Thalberg e due come miglior film, 1 Premio César, 6 Golden Globe e 4 David di Donatello.
Chi è? Solo Clint Eastwood.
Eastwood girò un paio di film con il regista Jack Arnold e un episodio della serie Francis il mulo parlante prima di ottenere il ruolo del cowboy Rowdy Yates nella serie televisiva Rawhide. Varata nel 1959 durò per sette stagioni, fino al 1965. Insieme a tanti altri telefilm, come RinTinTin e Bonanza, la serie interpretata da Eastwood conferma la produttività del western come genere in grado di attivare dinamiche virtuose nel consumo delle narrazioni audiovisive di massa.
La vera popolarità tuttavia nascerà anni dopo in Italia, quando Sergio Leone lo scelse come protagonista della trilogia del dollaro con le pellicole Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo.
La sua esperienza costituisce un’anomalia esemplare nel quadro delle mutazioni che investono il sistema dei media di massa nel passaggio agli anni ’60. Eastwood infatti, sebbene lo show abbia successo, non si rassegna a essere “soltanto” un personaggio televisivo.
È così che raccoglie la proposta di lavorare a un film italiano realizzato in Spagna, dal titolo provvisorio Il magnifico straniero. Il regista è un suo coetaneo quasi esordiente, Sergio Leone. Il film, intitolato poi Per un pugno di dollari, ebbe un gran successo in tutto il mondo. La particolare versione del genere elaborata da Leone si sposava magnificamente con l’immagine di Eastwood
Al ritorno in patria, ha proseguito la carriera nel genere western con film come Impiccalo più in alto, Lo straniero senza nome, Il texano dagli occhi di ghiaccio, Il cavaliere pallido, mentre la definitiva consacrazione giungerà nel 1971 col poliziesco Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! primo capitolo della saga dedicata a Harry Callaghan, proseguita con altri quattro capitoli nel 1973, 1976, 1983, 1988; con questo film Eastwood si consacrò all’ambiente hollywoodiano col personaggio dell’antieroe duro, burbero scontroso, costantemente inviso per i suoi metodi spicci ai suoi superiori, che tentano continuamente di declassarlo o licenziarlo, che riprenderà con molte similitudini anche in pellicole successive come L’uomo nel mirino, Gunny e Nel centro del mirino.
Callaghan è l’espressione di una contrapposizione radicale tra bene e male, ma anche dell’impossibilità di questo dualismo. La dialettica tra ordine e disordine trova nel personaggio una configurazione simbolica che, quanto meno, la rende dicibile. È anche la conferma della serialità del corpo di Eastwood.
Spesso sottovalutato dalla critica cinematografica, che ne deprimeva le doti recitative, una prima rivalutazione avverrà in seguito con pellicole più impegnate come Fuga da Alcatraz, e in definitiva nel 1992 col celebre Gli spietati, western diverso dai canoni che lo resero famoso negli anni Sessanta, e vincitore di 4 Oscar.
Parallelamente all’attività attoriale, fa eco quella di regista, iniziata nel 1971 con Brivido nella notte, e proseguita con successo negli anni successivi; a partire dagli anni duemila la carriera di regista ha preso il sopravvento su quella d’attore, con pellicole pluripremiate come Million Dollar Baby, Mystic River, American Sniper e che si è fatta sempre più personale col passare degli anni, in particolare con opere come Gran Torino e Hereafter.
Restituisce così lo spirito di un tempo in profonda trasformazione, realizzando opere commerciali e, insieme, critiche nei riguardi della società che raccontano. Film dopo film, la sua visione del mondo si chiarifica e diviene più coerente. In questo decennio si trasforma anche il rapporto tra Eastwood e le forme della serialità industriale che ne hanno caratterizzato l’estetica.
Nel 1985 torna in tv per dirigere un episodio della serie televisiva Amazing Stories. L’ultima interpretazione di Eastwood, corpo granitico ma sempre più usurato del divismo americano, è quella del vecchio operaio Walt Kowalski in Gran Torino. Alla fine del film Kowalski verrà ucciso dai suoi nemici, e la morte consapevole del personaggio scioglie la trama del film ma anche quella del divo Eastwood.
Barbara Petrano