Il teatro di Eduardo De Filippo
La pazzia: una recita continua, il mondo diviene teatro e il pazzo l’attore principale. Fili logici personali, soggettivi, che rovesciano il pensare comune, ma che a ragionarci bene non sono del tutto sbagliati. Ecco è questo uno dei temi principali di alcune commedie di Eduardo De Filippo.
<<La causa di tutti mali, dov’è? Nella testa!>> Questa è la celebre frase della commedia teatrale Ditegli sempre di Sì. Michele Murri appena uscito dal manicomio, sembra guarito, ma prende tutto ciò che gli viene detto alla lettera.
La sua è una continua ripetizione, un ossessivo soffermarsi sulle stesse cose, quasi come un ingranaggio rotto che va avanti e indietro ripetendo sempre lo stesso giro. Michele invano tenta di aggrapparsi a quella realtà che ogni volta gli sfugge e proprio per questo tutto l’intreccio verrà sciolto con il suo ritorno al manicomio.
Eduardo De Filippo non un nome comune, ma una leggenda di Napoli, non un semplice attore, ma un eccellente commediografo. Nei suoi spettacoli mille sfaccettature, colori, temi differenti che s’intrecciano e danno vita a brillanti commedie, che fanno parte del patrimonio di Napoli, del suo tesoro.
Il 31 ottobre 1984, Eduardo salutava per sempre il suo pubblico, ma lasciava nel cuore di tutti un grande ricordo. Il suo volto scavato, sembrava quasi di cera, con la sua voce sottile, spezzata e sempre viva nella memoria di chi l’ha amato.
Le sue commedie, mai banali, riprendono tutti i temi che sono sempre contemporanei: la superstizione, i fantasmi, i sogni, la smorfia, la pazzia…
Ci catapultano in un mondo che, anche se non ci appartiene, sembra nostro, ci immedesimiamo nei personaggi e viviamo la storia attraverso le sue espressioni, sempre diverse, nuove. Eduardo, anche in silenzio, lanciava un messaggio al suo pubblico, la sua espressione facciale parlava al suo posto.
Le sue commedie hanno tutte una morale, un insegnamento, anche se nascosti sempre dal suo umorismo e dalla sua comicità. Far ridere il pubblico, non con pagliacciate, ma con sottile ironia, azioni e gesti che sovvertono il pensiero comune.
Nel mondo contemporaneo, come diceva il nostro commediografo, gli uomini riderebbero di tutto, anche della morte. La risata, quindi, non è di quelle banali, ma di quelle che vogliono mascherare la malinconia, i dispiaceri, la povertà, le delusioni, ed era proprio questo l’intento di Eduardo.
Si potrebbero scrivere su di lui libri interi e, probabilmente, non si riuscirebbe mai a esprimere al meglio il suo essere. Ha speso una vita per il teatro, per mettere in scena i problemi quotidiani dei suoi amati concittadini. Amava quel lavoro e tutt’oggi le sue commedie vengono portate in scena. Questo è Eduardo, il filosofo di Napoli.
Paola Palumbo