Ipazia d’Alessandria, storia di una filosofa oscurata e dimenticata
Le donne, si sa, hanno sempre dovuto lottare per guadagnarsi il riconoscimento dei loro diritti, e soprattutto dei loro meriti, cercando di piegare da sole il pensare comune a cui erano inevitabilmente esposte e che le voleva oscurate e dimenticate.
Ciò accadeva principalmente nei secoli precedenti, dove il coinvolgimento della sfera femminile in qualsiasi settore estraneo a quello domestico era considerato un tabù. Oggi le donne sono perfettamente in grado di potersi esprimere con le proprie parole e di poter pensare con la propria testa.
In passato una cosa simile proprio non poteva essere tollerata.
Soprattutto se quel pensare avesse potuto trasformarsi in una voce tanto forte da poter essere ascoltata.
Molte di queste voci sono state messe a tacere per gli stessi motivi per cui hanno deciso di prendere forma.
Eppure, qualcuno ha provato a parlare lo stesso.
Come nel caso di Ipazia di Alessandria.
Quanti di voi conoscono Ipazia di Alessandria?
Per chi se lo stesse chiedendo, Ipazia fu considerata la prima vera “donna filosofa” dell’antico Occidente e nacque ad Alessandria d’Egitto nella seconda metà del IV secolo.
Di lei, i suoi contemporanei dicevano che era dotata di enorme cultura, al punto da eguagliare, se non addirittura superare, in termini di sapienza e conoscenza, molti dei grandi filosofi del suo tempo.
Arrivò, infatti, perfino a formulare una nuova ipotesi sul movimento della Terra, con lo scopo di sostituire la preesistente teoria tolemaica, secondo la quale la Terra era al centro dell’universo.
Figlia del noto filosofo Teone, studiò fin da giovanissima nella enorme biblioteca d’Alessandria e ben presto fu a capo della Scuola Alessandrina.
Il suo prestigio la portò, ben presto, a delinearsi come un punto di riferimento intellettuale fondamentale per la comunità, al punto che venne incaricata di divulgare le sue conoscenze matematiche, astronomiche e filosofiche all’interno del Museo di Alessandria, una delle più importanti istituzioni culturali esistenti.
Inoltre, Ipazia, fu anche uno straordinario inventore.
A lei si attribuisce, infatti, la costruzione del primo astrolabio, uno strumento per studiare il movimento dei pianeti intorno al sole, e del primo Idroscopio, un tubo simile ad un flauto in grado di definire, per la prima volta, il peso dei liquidi.
Ben presto divenne il simbolo di quella libertà di pensiero proibita e da eliminare ad ogni costo, motivo per cui venne uccisa da un gruppo di cristiani nel marzo del 415 nel bel mezzo del clima di tensione religiosa che non lasciava spazio a nessun tipo di ciò che veniva considerato eretico e fanatico.
Ipazia di Alessandria è stata definita da molti come una vera e propria martire laica del pensiero scientifico.
Anche se la sua morte ha cancellato dalla Terra l’esistenza di una donna, una scienziata ed una filosofa straordinaria, non ha però fatto svanire il suo ricordo visto che, sia lei che la sua storia, divennero una fonte d’ispirazione per numerosi romanzi, poesie, opere teatrali e quadri.
Ipazia è l’esempio concreto di una donna pensatrice e che non ha mai avuto paura di esserlo, pur essendo consapevole dei rischi a cui sarebbe andata incontro. È l’esempio di tante donne che in passato sono state in grado di pensare.
Perché anche le donne pensavano.
Pensavano forte.
Pensavano in grande.
Pensavano tanto, al punto da poter riuscire, alla pari degli altri, a cambiare il modo di vedere il mondo.
Alessia Miranda
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