Melbourne, la capitale europea dell’Australia
Passeggiando per Melbourne un europeo si sente a casa: la topografia squadrata rende particolarmente difficoltoso perdersi, quindi vagabondando senza meta, si riesce sempre a trovare la strada di casa; non volendo camminare si può usufruire del tram, grande motivo d’orgoglio degli abitanti di Melbourne, per visitare il centro della città.
Lo skyline potrebbe ricordare quello londinese: sulle sponde dello Yarra si stagliano i grattacieli della city, tra cui spicca l’inconfondibile Arts Centre Melbourne, più simile alla tour Eiffel che a un museo; la Flinders Station, assieme al Queen Victoria Market, è l’edificio che maggiormente rispecchia il carattere europeo della città grazie al suo stile art nouveau.
Dal 1909, anno in cui fu completato, è il punto da cui si diramano le linee principali dei trasporti urbani e statali, oltre a rappresentare un punto di riferimento per i cittadini: «Let’s meet under the clock» («Incontriamoci sotto l’orologio») potrebbero dirvi, senza bisogno di specificare quale orologio perché per loro “the” clock è uno solo, quello della Flinders Station.
Proseguendo il tour europeo si può curiosare nel Queen Victoria Market, l’ultimo mercato coperto rimasto a Melbourne; fu costruito nella seconda metà dell’Ottocento per subire poi opere di ampliamento fino a occupare gli attuali due edifici; per fortuna è ancora possibile ammirare uno scorcio della pavimentazione originale andando… alla toilette!
Tra una balconata e l’altra dell’edificio troneggiano svariati orologi, tutti originali e funzionanti, a scandire il tempo che, se non fosse per le luci al neon delle insegne, sembrerebbe essersi fermato a qualche decennio fa. Qui anche i più esigenti possono soddisfare i propri desideri, partendo dal reparto cibo fino alle boutique di lusso.
Sopra tutti questi edifici svetta l’Eureka, che con il suo Skydeck offre una sfida ai più temerari: la stanza che fuoriesce dall’edificio più alto del continente lascia l’incauto visitatore sospeso su un pavimento di vetro a osservare i suoi piedi poggiati sul nulla – come premio solo un braccialetto di gomma gialla, ne vogliamo parlare? Visto dal fiume sembrava così innocuo…
In fondo a St Kilda Road si intravede l’imponente Shrine of Remembrance, la ziggurat che onora i caduti in guerra di Melbourne: dalla sommità lo skyline mozzafiato sembra srotolarsi dai giardini che sfociano in St Kilda Road guidando lo sguardo fino all’orizzonte frastagliato dai grattacieli.
Lasciandosi alle spalle il centro chic di Queen Victoria Market e dirigendosi verso il mare ecco che riemerge la vera natura della nazione: i sobborghi sono in piena costruzione e l’oceano ammicca all’orizzonte. Anche qui le bianche spiagge chilometriche dominano la costa, movimentata dal flusso di vetture e tir che si imbarcano sul traghetto bianco e rosso per la Tasmania.
Calata l’oscurità, il lungofiume cambia volto come in ogni città: gli alberghi e i grattacieli fanno a gara a chi risalta di più, e sorseggiando un drink in un baretto new age sotto un ponte è possibile ammirare le fontane di fuoco.
Basta allungarsi un altro po’ per entrare sul set di un film di Hollywood: Mustang, Porsche personalizzate, Ferrari dorate, fuoristrada con più luci di un tir rumeno mi suggeriscono che ho trovato il casinò. L’interno è tanto finto quanto stuccato, volutamente privo di finestre e orologi per eliminare anche il solo pensiero che possa esistere qualcosa al di fuori del rumore delle fiches e delle slot machines.
È come salire su una giostra che non si ferma mai, dove l’unico modo per sottrarsi è scendere e osservarla malinconicamente allontanarsi con la sua musica e le sue luci. Effettivamente rimettere piede all’esterno, per quanto breve e curiosa sia stata la mia intrusione, è sconcertante: tutto scorre in maniera estremamente tranquilla e pacata, come ignaro di ciò che accade solo qualche metro più in là.
Marta Maresca
Viaggiare, a chi non piace?