Perché andare al Museo
I musei “hanno una responsabilità sociale nei confronti della comunità territoriale di riferimento” e possono “svolgere un ruolo sociale importante, combattendo diversi fenomeni di esclusione e proponendosi come terreno di sperimentazione per nuove forme di cittadinanza culturale, promuovendo e sostenendo coesione sociale e appartenenze territoriali”.
Questo inciso, tratto dalla parte finale del documento scritto dalla Commissione per l’Educazione e la Mediazione museale di ICOM Italia sulla centralità delle “funzioni educative nel museo contemporaneo”, ci dà spunto per riflettere su come le istituzioni museali non siano più soltanto dei luoghi di collezione ed esposizione delle opere, bensì organizzazioni culturali complesse che svolgono molteplici attività, coinvolgendo un vasto numero di persone con ruoli e competenze sempre più specifiche e professionalizzate.
Il museo diventa luogo di incontro tra il personale interno ad esso e il pubblico comprendente varie tipologie di visitatori caratterizzandolo, così, come punto di intersezione tra varie pratiche sociali.
Esso diviene, quindi, centro culturale e, in quanto tale, deve offrire un servizio pubblico, ossia, assolvere a una sorta di missione culturale durante la quale deve occuparsi della divulgazione, della sensibilizzazione e dell’educazione del pubblico dei cittadini sulle tematiche dell’arte.
“Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini: “Osservate!”, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi.” – Maria Montessori
Il noto filosofo italiano Ugo Spirito sosteneva che l’educazione all’arte avesse tre finalità:
educare per l’arte, creare artisti dando loro i mezzi necessari per poter esprimere il loro sentire;
educare all’arte, comprendere l’arte attraverso una cultura dell’arte;
educare attraverso l’arte, educare attraverso il pensiero critico, ossia attraverso l’unione tra sentimento e ragione.
“L’abitudine a visitare i musei si prende da bambini, come l’abitudine a leggere e come la stessa necessità di conoscenza culturale. I valori culturali vengono trasmessi ancora come 2000 anni fa attraverso la mediazione individuale; da genitori a figli, da maestri ad allievi, da persona a persona.” –
Il museo diviene polifunzionale e polivalente, assolve cioè a funzioni sociali e a funzioni culturali.
Tali funzioni vengono assolte anche dalle mostre in senso più specifico. Una mostra non è semplicemente un’occasione per vedere dei quadri appesi al muro, ma un evento in grado di accrescere la nostra conoscenza relativa a un determinato argomento, artista, movimento culturale o un periodo storico.
Una mostra è un progetto per il quale una molteplicità di persone, con mansioni diverse, si adopera affinché l’intera organizzazione abbia successo.
Dietro al risultato finale infatti c’è il duro lavoro di molti professionisti, che agiscono in diversi campi, come lo studio e la ricerca preliminare, l’organizzazione dell’evento, la comunicazione del prodotto, i contatti con altri musei, i prestiti dei quadri, la pubblicazione online e su carta dei contenuti e tanti altri piccoli e grandi accorgimenti necessari per la buona riuscita della mostra.
Mostra dopo mostra il nostro bagaglio culturale si arricchisce sempre più, arricchendo anche la nostra vita.
I musei e le mostre sono parte viva e integrante della moderna società civile perché custodiscono, generano e comunicano conoscenza. Se il bene offerto dai musei e dalle mostre è la conoscenza, allora essi possono contribuire a costruire nuovi modelli di vita e di civiltà.
Anna Russo
Vedi anche: Black Pietas Matter ma solo se non la chiudiamo in un museo