Si stava meglio quando si stava peggio?
C’erano una volta i grembiuli neri. Ci sono oggi la LIM, il registro elettronico e molta più libertà.
Che i docenti non si trovino più dietro una cattedra su un gradino è un passo avanti. E anche che nel loro corredo non sia più inserita la bacchetta con cui colpire gli studenti è da considerare un grande miglioramento.
Ma glissiamo velocemente all’attualità.
Sono stati per ultimi i ragazzi degli anni Novanta a frequentare una scuola che aveva innovato il suo status gerarchico ma non quello dei mezzi a disposizione. E dunque docenti più disponibili al dialogo e al confronto ma ancora libri, registri cartacei e scartoffie scritte a penna con cui i genitori venivano convocati a scuola.
I Millenials, purtroppo, per quanto potranno avere a disposizione tutti i mezzi tecnologici possibili anche a scuola, non potranno mai provare il brivido di cercare sotterfugi per non far scoprire a un genitore un brutto voto o un’assenza fatta.
La lavagna d’ardesia, gessetti e cassino sono ormai finiti negli scantinati delle scuole e ha fatto il suo ingresso la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale). Il vecchio registro cartaceo con le griglie è stato soppiantato dal registro elettronico. I colloqui scuola-famiglia sostituiti da più rapide mail. Insomma, per i giovani d’oggi nascondere una marachella sta diventando un’impresa davvero ardua.
Spesso gli studenti attuali hanno a disposizione nelle scuole anche tablet e l’ampio accesso a internet. Ma può la sola rete offrire le conoscenze adeguate soppiantando la figura del docente?
Sicuramente no, il web è vasto e ricco di contenuti, ma da solo non aiuta ad acquisire e sviluppare giudizio critico. Quello, per fortuna, si ottiene mediante il dialogo con gli altri e quindi la figura del docente si salva ancora. Sarà proprio compito dell’insegnante, in questo mondo in cui ormai siamo tutti di corsa e l’informazione deve essere breve e veloce, catturare l’attenzione degli studenti e far sì che sviluppino le proprie capacità critiche e di riflessione.
Il mezzo multimediale a questo punto dovrà servire e non essere padrone indiscusso della scena. Quintiliano, padre dell’oratoria e dell’istruzione, spiegava quanto non esistessero ragazzi che fossero incapaci nell’apprendere, o quanto pochi fossero i ragazzi “inadatti nell’imparare”, sottolineando come l’insegnante da vir bonus dicendi peritus grazie alla propria preparazione avrebbe dovuto coinvolgere gli studenti.
Che la scuola di oggi sia più dinamica non c’è dubbio, ma che la riflessione e il giudizio critico possano venire a mancare è un rischio in cui s’incorre.
È vero, avere tutte le risposte a portata di smartphone è una comodità, eppure il profumo delle pagine del dizionario e dell’enciclopedia ha emozionato tutti gli studenti di una volta, nei pomeriggi dedicati alle ricerche di studio.
Ma non è che forse si stava meglio quando si stava peggio?
Francesca Caianiello
disegno di Giuseppe Armellino
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