Dare un bel tono alla tua sceneggiatura seguendo “Il grande Lebowski”
Siete seduti alla vostra scrivania, le ultime luci del giorno penetrano dalla finestra alla vostra destra e vi rendono meno gravoso il compito che state portando a termine. Sono già diverse ore, in realtà giorni, che provate a porre quel maledetto punto. Lo mettete e tornate indietro, ricancellate una frase, modificate quelle che seguono, rispostate il punto, buttate la pagina.
Guardate fuori dalla finestra, imprecate e chiedete perdono ai vostri idoli, i fratelli Vanzina, li state deludendo. Sentite Enrico che scuote la testa in dissenso e sentite le voci di Carlo (RIP) che vi tormentano di notte.
I vostri occhi tornano sulla pila di fogli, poi tornano sulla finestra, poi fissano il muro e FERMI TUTTI! ECCO L’IDEA. Più veloci di una saetta, i vostri bulbi ricadono sul foglio, subito mandano un messaggio al cervello che a sua volta attiva le mani; è fatta, sentite già il rumore della notifica di Paypal che vi avvisa del bonifico.
Chiudete il fascicolo, lo inviate, accendete il vostro miglior sigaro cubano (comprato sotto casa a €3), aprite la bottiglia di Scotch conservata per l’occasione (anche se di Scotch c’è solo il nome sull’etichetta, dentro c’avete messo il limoncello di vostra nonna) e parte il conto alla rovescia per la fama e la fortuna.
Tre giorni dopo. Arriva la risposta del produttore:
“Si l’ann tuoj l’avesse’ma rat’ a Totò, ci’avesse’ma fatt’ ati 20 ann e risat” (che tradotto sarebbe “Se tutti gli anni che hai sprecato a vivere su questa terra li avessimo donati a Totò, adesso ci saremmo fatti sicuramente altri 20 anni di risate).
Scrivere una commedia non è facile, purtroppo, e l’idea che sia un genere “meno impegnato” rispetto agli altri è forse il motivo più grande dietro il fallimento dell’80% di queste opere.
Questo sicuramente lo sapevano i fratelli Coen quando diedero alla luce una delle più originali commedie (black) della storia del cinema: Il grande Lebowski (The Big Lebowski).
Bocciato e ampiamente diffamato dalla critica, fu un disastro anche ai botteghini; un autentico passo falso per i due fratelli che uscivano dal loro precedente capolavoro, Fargo.
Ma passiamo ai fatti, come si scrive una commedia di successo alla Il Grande Leboswki?
Semplice, non si può, ma possiamo sempre provarci.
1) UNA TRAMA ACCATTIVANTE
Un uomo solo, un tappeto che dava un bel tono all’ambiente, due – tre fazioni criminali e un amico psicopatico. Basta poco per creare una trama indimenticabile.
A differenza dei capolavori di Spielberg, per fare una commedia si può partire anche da una storia banale, magari già vista e sentita. Sono i dettagli che la renderanno un mostro sacro.
Una donna scomparsa, un miliardario omonimo che ti cerca, oppure una banda di nichilisti.
Storie belle tipo come quella volta che metteste le ceneri del vostro amico defunto in un barattolo di caffè e decideste di lanciarle controvento così da riversarvele addosso.
“Insomma, a noi basta riportare a casa la ragazza, così nessuno avrà da lamentarsi, e ci terremo il malloppo.
Già, sembra facile, eh? Ma non mi hai detto come faremo a riportarla a casa. Dov’è?
Quella è la parte più semplice. Ci presentiamo alla consegna e me lo faccio dire a forza di botte. Eh?
Sì. È davvero un bel piano. Walter, è un piano ingegnosissimo, sempre che io abbia capito bene. Un orologio svizzero, guarda.
Esattamente, Drugo. La sua bellezza è la sua semplicità. Quando il piano diventa troppo complesso, qualcosa finisce che va storto. Se c’è qualcosa che mi ha insegnato il Vietnam…”
2)I DIALOGHI COMPLESSI
Drugo: Sai cosa diceva Lenin? “Tu cerca la persona che ne trae beneficio, e…, e… insomma…
Donny: ObladìObladà!
Drugo: … Insomma… Avrai… Walter, capisci cosa voglio dire?
Donny: ObladìObladà!
Walter: Quella fottuta pu**anella!
Donny: ObladìObladà!
Walter: Quella… vuoi chiudere quella boccaccia? Non Lennon, Lenin! Vladimir Ilyich Ulyanov!
Donny: Ma di che c***o sta parlando?
Il bello del cinema: frasi ad effetto, l’eroe che giura sul suo onore di proteggere la sua amata e vendicare il padre defunto, il cattivo che parla del suo passato commovente.
No.
Lasciamo a Christopher Nolan i discorsi seri, noi dobbiamo divertire. Ergo, date spazio alla vostra creatività, siate imbarazzanti, ridicoli, costruite discorsi di cui non andate fieri.
Siate affamati, siate stupidi.
3) UN PROFONDO SENSO MORALE E FILOSOFICO
“Drugo voleva solo il suo tappeto. Nessuna avidità. È che dava… un tono all’ambiente” Andate oltre i cliché, andate oltre le frasi fatte.
Andate oltre i soliti discorsi triti e ritriti sulla natura dell’uomo, il pendolo che oscilla tra la noia e il dolore, le illusioni, la raison d’être. Quella è roba da hipster di Lettere e Filosofia.
L’uomo è alla ricerca del suo tappeto che dà un bel tono al suo ambiente.
E no, il tappeto non è la metafora dell’amore e l’ambiente non è la vita. Non vi sparate le solite pippe sociofilocosologiche.
Antonio Alaia
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