Sant Jordi: la festa dei libri e delle rose, tra leggenda e cultura.
Ogni 23 aprile, in Spagna, precisamente a Barcellona, nella regione della Catalogna, si festeggia la festa di Sant Jordi, l’evento che più di ogni altro, è in grado di dimostrare la profonda cultura del paese, oltre che la sua bellezza, il suo folklore e la sua grande capacità di conquistare il mondo.
Secondo la tradizione, è consuetudine che durante la festa di Sant Jordi l’uomo regali una rosa alla donna, la quale, poi, ricambiando il gesto, regalerà a sua volta un libro al consorte.
Ovviamente tale pratica non vale soltanto per le coppie ma anche per chiunque avesse voglia di fare un regalo a qualcuno, visto che è possibile donare un libro o una rosa (o entrambe le cose) ad una persona a cui si è particolarmente legati.
Ma perché in questa occasione si regalano proprio rose e libri?
La risposta a questa domanda sta nella data della sua stessa celebrazione ossia, proprio il 23 aprile.
Negli anni ‘20 del ‘900, lo scrittore valenciano Vicent Clavel i Andrés, direttore dell’editoriale Cervantes, propose di organizzare una festa per il libro in Catalogna.
Dopo lunghe trattative, decise di fissare la data della festa proprio il 23 aprile, data che coincide, metaforicamente, con la morte di due grandi autori nella storia della letteratura: Miguel de Cervantes e William Shakespeare.
La storia associata alle rose, invece, è da ricercare intorno al XV secolo, quando era consuetudine organizzare una fiera delle rose proprio il 23 aprile, in onore dell’anniversario della morte di Sant Jordi, divenuto il santo protettore della Catalogna.
In tale occasione veniva regalata una rosa ad ogni donna che, in quello stesso giorno, si recava ad assistere la messa presso la cappella di Sant Jordi nel Palazzo della Generalitat.
Ma chi era Sant Jordi?
Secondo la tradizione popolare, San Jorge (Sant Jordi) era un militare romano, oltre che fedele servitore dell’imperatore Diocleziano, molto rispettoso dei precetti religiosi.
Un giorno, infatti, quando rifiutò di eseguire un editto dell’imperatore che lo obbligava a perseguire i cristiani, venne brutalmente decapitato, diventando in poco tempo un vero e proprio martire venerato in tutto l’Impero Romano.
La sua storia lasciò un segno così grande nell’opinione pubblica che nacquero numerose storie di fantasia e leggende legate alla sua figura.
La più nota racconta di un terribile drago che seminava terrore tra gli uomini del paese di Montblanc.
Per tenerlo a bada, gli abitanti decisero di iniziare a sorteggiare giornalmente un abitante e darlo al mostro affinché lo mangiasse.
Un giorno la terribile conta toccò alla figlia del re, la quale, tristemente rassegnata alla sua sorte, venne però salvata dal cavaliere Jordi che uccise il drago senza alcuna esitazione.
La tradizione vuole che dalle gocce di sangue della bestia cadute al suolo, nacque un rigogliosissimo roseto dai fiori rossi.
La leggenda è stata fonte di ispirazione per molti artisti.
Perfino Antoni Gaudí decise di rappresentarla nella struttura architettonica di Casa Batlló, in modo da renderla viva e immortale nel corso degli anni.
Se ci fate caso, infatti, lo stile ridondante ed eccentrico della facciata esterna della Casa Battlò richiama perfettamente gli elementi della leggenda di Sant Jordi.
Sulla cima dell’edificio la croce a quattro braccia ricorda la spada trionfante di Sant Jordi, mentre il tetto squamato, con i suoi colori traslucidi, evoca il corpo del terribile drago.
Subito sotto, sul piano superiore della facciata, troviamo un unico balcone a forma di fiore che allude al balcone della giovane principessa, mentre tutti gli altri balconi sui piani inferiori sono caratterizzati da balconi a forma di teschi, proprio per ricordare le numerose vittime del drago prima dell’arrivo dell’impavido Sant Jordi.
Inoltre, per restare in tema, le finestre in basso a tutto, in prossimità del portone d’ingresso, e le feriate in tribuna sono realizzate con un particolare stile che le fa sembrare lugubri ossa.
Ora non resta che chiudere gli occhi, prendere un respiro profondo, munirsi di una rosa e di un buon libro e immaginare di perdersi tra le infinite bancarelle, in attesa di trovare una persona pronta a condividere con voi la magia di questo reale incantesimo senza fine.
Alessia Miranda