Una poesia di Caproni, la pioggia e il tenero odore del legno bagnato
Su un vecchio appunto è una poesia di Giorgio Caproni che per la realizzazione prese spunto da una nota inserita in un dattiloscritto a lui inviato, non ne indica l’autore (precede la poesia).
Questi versi possono essere un ottimo antidoto per quanti si sentono spesso asfissiati dalla città. Il mio consiglio è quello di raggiungere un posto appartato e circondati dalla natura, va bene anche sotto la fine pioggia d’autunno, leggerne i versi.
Fate attenzione però, l’odore del legno bagnato potrebbe creare dipendenza:
Ora, sazio della città – delle sue tentazioni
e dei suoi crimini – mi sono ritirato al limitare
del bosco. Ad appagarmi la vista, poco
mi basta: lo scintillio del fiume nel sole del
mattino, giù a fondo valle. Un albero…
Un albero…
Com’è leggero
un albero, tutto ali
di foglie – tutto voli
verdi di luci azzurre nel celeste
dell’aria…
E com’è forte,
un albero, com’è saldo
e fermo, «abbarbicato
al suo macigno»…
Viene
l’autunno, e come
la Fenice s’accende
nel rosso del suo rogo.
Viene
primavera, e splende
d’altro suo verde…
Ma noi,
noi, al paragone,
che cosa e chi siamo, noi,
senza radici e senza
speranza – senza
alito di rigenerazione?