Brutta storia in un epigramma di Marziale
Un’abitudine, alquanto macabra, dei Romani era quella di inscenare i miti classici in un’arena per condannare a morte i colpevoli. In questo epigramma Marziale racconta la morte atroce di un certo Laureolo costretto ad interpretare il titano Prometeo:
“Come in Scizia, legato alla sua roccia Prometeo
nutre l’assillante uccello col suo fegato
sempre rinascente, così Laurèolo legato
a una vera croce porgeva il ventre nudo a un orso di Caledonia.
Le lacere membra strillanti sangue erano vive, il corpo
deformato non era già più un corpo.
Giusto supplizio: avrebbe assassinato con un colpo di spada nella gola
il padre o il suo padrone, o depredato
dei santuari dell’oro ivi nascosto il pazzo,
o avrebbe acceso contro te, Roma, fuochi incendiari, scellerati.
Quel mostro aveva vinto anche i famosi crimini antichi,
così la sua pena fu tale e quale all’antica leggenda”.
(trad. A. Carbonetta) Marziale – Liber spectaculorum 7