Nadia Toffa, piccolo plauso da donna a donna
Il fatto che Nadia Toffa sia deceduta oggi mi sconvolge un po’.
Alla fine pensavo che Nadia avrebbe vinto la sua battaglia e che tutti gli stupidi haters le avrebbero detto: “Visto, non sei morta, allora sei una ciarlatana”. Invece no, oggi non c’è più.
Non siamo un necrologio, non ci piace essere il giornale delle scansioni mortuali, ma quando muore qualcuno che ci tocca, allora ci sentiamo quasi in debito e ne parliamo. Io mi sento in debito con Nadia perché una giornalista come lei, una donna forte, una donna che mi ha fatto sorridere e imparare delle cose, mi lascia un debito nel cuore, morendo.
Non era anziana, quindi non possiamo dire che fosse normale, era malata.
La malattia non la accetti perché è ingiusta, è qualcosa che non puoi controllare, il serial killer silenzioso che ci destabilizza.
Non siamo un necrologio, non siamo la parte piagnucolosa di internet, siamo una semplice visione emotiva della vita e come tali ci rivolgiamo al mondo e la ricordiamo.
Questo articolo è per ricordarci di restare umani in ogni caso, i giornalisti sono fatti per essere odiati, per essere le “zecche” che con le domande infami ingiuriano sui poveri intervistati, sono quelli che smascherano, che inventano, che scrivono, che girano e che non ci piacciono.
Ma restiamo umani.
Oggi non muore una giornalista, non solo, muore una donna che ha combattuto e muore un’amica, una zia, una figlia, quindi ricordiamocelo, perché anche noi siamo figli e amici di qualcuno e la vita, oggi, non ha scelto noi.
E adesso strucchiamoci, levimoci la parrucca, cancelliamo il neo finto, rimuoviamo la striscia per sbiancare i denti e indossiamo il pigiama. Guardiamoci allo specchio e contempliamo la verità, siamo esseri umani, volubili, indifesi e sorprendetemente incredibili, godiamoci il viaggio senza dispensare odio rivolgendoci, di tanto in tanto, a chi non c’è più per augurare “buona fortuna” al prossimo step.
Benedetta De Nicola
Piccolo plauso a Nadia Toffa da donna a donna.