Quel che è stato… è stato?
Cosa accomuna una tomba greca, la cagnolina che ha interpretato Toto ne Il Mago di Oz, il passato di tutta l’umanità e il destino dell’intero universo? Semplice: secondo una controversa teoria, tutto ciò potrebbe essere stato creato… lo scorso giovedì!
Il cane che interpretò Toto nel celeberrimo film Il Mago di Oz compare nei titoli di coda come… Toto. Ma, in realtà, il suo nome era Terry, e quando Terry morì nel 1945, il suo proprietario e addestratore la fece seppellire nel suo ranch appena fuori Los Angeles. Nel 1958, tuttavia, la costruzione della Victoria Highway passò dritta dritta sulla tomba di Terry, i suoi resti furono “disturbati” e non furono mai ritrovati: cinquant’anni dopo, le fu dedicato un memoriale nel cimitero di Hollywood. Siccome però il suo corpo, o quel che ne resta, non si trova fisicamente lì, questo memoriale non può essere definito come una tomba, ma piuttosto come un cenotafio – una tomba vuota.
La storia di Toto/Terry mi è venuta in mente lo scorso gennaio, quando mi è capitato di visitare il Cenotafio di Filopappo sulla collina delle Muse, ad Atene. Atene è una splendida città con un passato sfolgorante di memorie, di eroi e dei. Scalare la collina dell’Acropoli, camminare sulle pietre della vecchia Agorà, salire i gradoni dello stadio più antico della storia mi ha fatta riflettere: come noi verremo ricordati dalle future generazioni? In che termini i futuri archeologi parleranno di noi sulla base delle rovine del mondo di oggi? E, a questo proposito, come faranno a essere sicuri che il nostro mondo sia davvero esistito…?
Come noi possiamo essere certi che il passato… sia stato reale?
Sul serio! Lettore, puoi provare oltre ogni ragionevole dubbio che il mondo non sia stato creato… lo scorso giovedì? Che tutto, ogni persona, ogni memoria che custodisci, ogni foto che hai scattato non sia semplicemente venuta al mondo la settimana scorsa, o cinque minuti fa?
Il “Last Thursdayism” è la credenza che l’universo sia stato creato last Thursday, giovedì scorso. Non ha reali seguaci né reali rituali, eppure provarne la falsità… è impossibile! Non perché tutto ciò che ci circonda sia stato veramente creato giovedì scorso, ma perché il “Last Thursdayism” non è falsificabile: non si può dimostrare essere falso. Qualunque prova sia possibile portare contro questa credenza, potrebbe essere smentita in quanto parte di tutto ciò che è stato creato… giovedì scorso.
Eppure, per il metodo scientifico, una teoria può essere davvero considerata scientifica solo se è anche teoricamente possibile provarne la falsità, o almeno farne oggetto di esperimento, e dunque il “Last Thursdayism” cade non nel regno della scienza, ma in quello della filosofia. Dove, per fortuna, esistono i cosiddetti rasoi: piccole regole empiriche che aiutano a “radere via” le spiegazioni troppo improbabili. Il più famoso è il Rasoio di Occam: quando davanti a un problema che presenta soluzioni multiple, è buona regola scegliere quella che richiede il minor numero di ipotesi possibile.
Il Rasoio di Occam può letteralmente fare la barba al “Last Thursdayism”: richiede infatti sicuramente minor sforzo ipotizzare che io sia andata effettivamente ad Atene lo scorso gennaio e che abbia effettivamente visitato l’Acropoli, che sia stata a sua volta effettivamente il risultato dello sforzo di una passata società umana, piuttosto che ipotizzare che magicamente e incidentalmente io, Atene, l’Acropoli e la memoria storica della stessa Acropoli siano tutte state create in maniera simultanea lo scorso giovedì.
Il passato non è nulla di scientifico: non lo si può dimostrare, non si possono creare gruppi di controllo né farci su esperimenti. Il passato è semplicemente… ciò che era.
E noi? Un giorno saremo noi stessi il passato. Come società, non importa quanto accuratamente cerchiamo di registrare la nostra storia: senza macchine del tempo, i futuri archeologi dovranno fare un sacco di ipotesi su di noi, e non tutte saranno giuste! Ma noi, in quanto individui, come potremmo sopravvivere all’oblio?
La verità è che, umanamente, non possiamo: è improbabile che i nostri pro-pro-pronipoti sapranno mai qualcosa di noi. Eppure, esiste una certa eredità che ci lasciamo dietro: irreversibile, immutabile e, in un certo senso… indimenticabile.
Ma questo è per un articolo… futuro.
Marzia Figliolia