Seneca e l’insoddisfazione di sé
Sempre immersi in mille propositi, non abbiamo mai tempo; e poi questa cosa viene male, allora meglio ripiegare in questa. Trascorriamo così una vita intera per poi essere stanchi in vecchiaia e vivere nell’ immobilità.
Sono parole molto riadattate, e un po’ grossolane, del pensiero di Seneca che in qualche parte del suo De tranquillitate animi filosofa sull’insoddisfazione di sé, ricerchiamo nei piaceri esterni ciò che dovremmo cercare in noi stessi.
Molte le conseguenze, tra le quali bellissimo è il rifacimento alle parole di Lucrezio secondo cui viaggiando in quello e quest’altro posto “ciascuno fugge sempre se stesso”. Come altrettanto bella è l’immagine di chi si rigira nel letto finché non è stanco. Ma vi lascio alle sue parole:
“[…] Aggiungi coloro che, non diversamente da chi ha il sonno difficile, si voltano e si adagiano in questo ed in quel modo sino a quando non trovano finalmente quiete a causa della stanchezza: dando allo stato della loro vita di volta in volta altra forma, restano alla fine in quella in cui li sorprende non l’odio per il mutamento, ma la vecchiaia, che è pigra di fronte alle novità”.
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