Mindhunter: la serie che dà una logica alla pazzia
Cosa si nasconde dietro la decisione di uccidere una donna? Cosa spinge un uomo ad andare così oltre? Mindhunter è la serie targata Netflix, che ci dà delle risposte.
Mindhunter è una serie televisiva targata Netflix, tratta dall’omonimo romanzo scritto da John Douglas, ex agente dell’FBI e uno dei primi criminal profilers della storia. La trama, ambientata sul finire degli anni ’70, narra le vicende dell’agente speciale Holden Ford che, insieme al collega Bill Tench, inizia a considerare un nuovo metodo di indagine da poter tenere in considerazione, detto profilazione. Quello che più attrare però, è la differenziazione che man mano inizia a venir fuori dei diversi soggetti che commettono un crimine. Inizia a nascere, tramite gli studi dei due agenti, la figura dell’omicida seriale.
La figura dell’agente Ford, è liberamente ispirata a Robert Ressler, agente FBI e tra i primi criminal profiles ad avere cercato di stilare una metodologia dei modi di agire di un assassino. A mano a mano, l’agente Ford, inizia a spingersi oltre, fino a che un giorno ha un’illuminazione: per capire davvero come un assassino ragioni, bisogna parlarci a quattr’occhi. La prima intervista viene così fatta ad Ed Kemper, personaggio realmente esistito, come del resto tutti gli altri assassini seriali che verranno citati durante la serie. Subito si evince la particolarità del suo vissuto.
Abbandonato dal padre, la madre è una donna frustrata che accolla le colpe dei suoi fallimenti al giovane figlio. Passano gli anni dell’adolescenza e Kemper, inizia a dare i primi segni di squilibrio mentale: a soli quindici anni infatti, uccide i nonni materni. Dopo una breve reclusione in manicomio, ne esce a diciotto anni con un referto medico che parla di buona condotta e di una lezione imparata. Ma è solo l’inizio. Passa poco tempo e Kemper commetterà quello che è forse uno dei peggiori crimini commessi negli ultimi decenni, soprattutto a causa della modalità del delitto. Ci troviamo qualche puntata più avanti, con i due protagonisti sempre più sbigottiti ma allo stesso tempo affascinati oltre ogni limite, dalla complessità della mente umana. Ed Kemper racconta agli agenti con una freddezza e una compostezza da fare spavento, l’uccisone della madre.
Era una delle tante sere in cui la madre bistrattava il figlio, quella sera in particolare, gli rimproverava di non avere quasi più avuto uomini da quando lui era nato, per prendersene cura. Letteralmente, afferma Kemper, “mi diceva che voleva essere scopata”. La lite tra madre e figlio, prende una brutta piega quando la donna torna a casa ubriaca e il giovane, dopo l’ennesima umiliazione subita, decapita la madre. Ma il peggio ancora deve verificarsi. L’ira e la vendetta del ragazzo non sono ancora state saziate del tutto, e dopo un primo momento di esitazione, Ed violenta la testa mozzata della madre. Agli agenti, durante l’intervista aggiungerà: “Voleva essere scopata, e così l’ho fatto”.
In tutto, le sue vittime, saranno all’incirca dieci. Tutte donne.
I serial killer intervistati saranno negli anni sempre di più e sempre più si riuscirà ad identificare e a tenere ben chiare alcune caratteristiche comuni: quasi tutti fin da piccoli avevano subito umiliazione psicologica dalle madri, da adulti erano poi stati emarginati dalla società e soprattutto messi da parte dalle donne. Nel crimine, cercavano quasi sempre un riscatto sociale e una forma di vendetta verso il genere femminile.
Mindhunter è un vero e proprio dramma psicologico, penetra nella mentalità criminale e ci svela quelli che sono i lati più oscuri e impercettibili della mente umana.
Il termine pazzoide ha molto da raccontare. Spesso definiamo una persona pazza, qualunque persona di cui non riusciamo a capire il perché di un’azione commessa. Azioni sempre esageratamente sproporzionate, ma che viste da una prospettiva completamente deviata, hanno una loro logica. Capire la mente umana e il perché di determinate azioni, è spesso compito arduo e non sempre ci si riesce, ma, spesso, è proprio indagando alcuni comportamenti, che vengono date risposte a domande che non avremmo mai pensato di porci.
Carlotta Maschio
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