Un giorno a Varsavia
“Uważaj! To nie chmury, to Pałac Kultury!”
“Fai attenzione! Non sono nuvole, è il Pałac Kultury!” cantano gli Elektryczne Gitary, noto gruppo rock polacco. Infatti, il palazzo della cultura costruito durante il periodo comunista è visibile praticamente da ogni punto della città per la sua imponenza e altezza.
La fermata Centrum della metro linea 1 spunta esattamente sotto il Pałac Kultury e anche solo guardandolo dall’esterno non è difficile credere alle leggende secondo cui perdersi nei suoi meandri non è affatto difficile, se non addirittura certo.
Girando su se stessi nella piazza si intravede la stazione centrale delle ferrovie e dalla parte opposta i grandi magazzini, meta ideale per gli appassionati di shopping. Una volta alleggerito il portafogli e carichi di buste ci si può infilare in ulica chmielna e mangiare un pączek caldo al chiosco: ovviamente i migliori sono quelli che si attengono alla tradizione, ripieni di confettura di rose e ricoperti di arancia candita a dadini. Con le dita appiccicose di glassa e la mente libera si raggiunge Nowy świat, costeggiando bar e tavole calde molto in voga tra i giovani.
Nowy świat è il centro della vita di Varsavia: procedendo in direzione di Plac Zamkowy si ammirano le università centrali, l’accademia delle belle arti, il Pomnik Kopernika e anche il palazzo presidenziale. Qui potreste avere un po’ di difficoltà a districarvi tra i contestatori del governo, che quasi quotidianamente presiedono molto pacificamente l’ingresso della sede in segno di protesta contro le modifiche anticostituzionali e i decreti di chiusura all’Unione Europea. Nowy świat diventa Krakowskie Przedmieście, un centinaio di metri ancora e siamo arrivati a Plac zamkowy, colma di turisti e di ragazzi in skateboard che fanno acrobazie sfruttando il piedistallo di uno dei simboli di Varsavia: la colonna di Sigismondo, il re polacco che ha spostato la capitale del regno da Cracovia a Varsavia.
Da qui si può vagare nei vicoli che si districano fino ad arrivare al Rynek starego miasta, il centro della città vecchia, dove è collocato il simbolo della città: la statua della sirenetta che si dice sia arrivata dall’Atlantico assieme alla sorella che si è fermata a Copenaghen. È questo il luogo perfetto per comprare dei souvenirs, approfittando dei negozi che vendono oggetti in paglia e legno decorati con i motivi e i colori della tradizione contadina polacca.
Tornando verso Plac zamkowy si può prendere il bus per qualche fermata e raggiungere plac trzech krzyzych, la piazza delle tre croci che non sono così imponenti come ci si aspetterebbe. Qui Varsavia si presenta diversamente da come l’abbiamo vista finora: gli elegantissimi palazzi liberty ospitano molte ambasciate, le strade silenziose sono costeggiate di negozietti e le sale da the invogliano a entrare. E perché non approfittarne, magari per riscaldarsi dal freddo pungente con una tazza di the caldo e una szarlotka, o un frullato di frutta fresca accompagnato da una napoleonka negli afosi pomeriggi estivi.
Tocca ora visitare il polmone della città: tra i tanti parchi che la fanno respirare Łazienki è sicuramente il più bello e il più ampio; non eccessivamente distante da dove ci troviamo per essere raggiunto a piedi, è un’ex tenuta di caccia che si distingueva per la presenza di una delle prime sale da bagno interne all’edificio. Tutt’oggi è possibile riposare all’ombra delle querce importunati solo dagli sfacciati scoiattoli alla perenne ricerca di nocciole. Anche i pavoni non si fanno problemi a passeggiare tra gli avventori, mentre i cigni e le papere si riposano all’ombra degli alberi che allungano le radici nei laghetti.
Per riprenderci dall’intensa giornata si può godere del tramonto lungo il fiume, magari con una birra al miele che accompagna salsiccia e pierogi di uno dei chioschi, per poi digerire infine con una vodka aromatizzata al fieno fresco!
Marta Maresca