“Special pizza for special people”: per costruire una società inclusiva!
Questo fine settimana – 12 e il 13 ottobre – al Parco San Laise di Bagnoli (ex Base NATO) si è tenuta la prima edizione di “Special Pizza for Special People”, un evento di sensibilizzazione all’autismo, per stravolgere gli stereotipi di dipendenza e “danno” per la società.
Ora sono proprio qui a parlarvi di questa iniziativa, patrocinata dalla Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia e promossa dall’Associazione Cascina Blu Onlus, Pizzaut Onlus, La Tenda Onlus, Autism Aid Onlus, Inside Aut Onlus.
Sapete, mentre tornavo mi sono chiesta con quali delle mie personalità fossi andata. Di redattrice, operatrice del centro Òikos o Federica? Ma in fondo tutte e le mie personalità si concretizzano, si amalgamano e si formano in una specifica, pronta a aprirsi su mondi, orizzonti, realtà che mai avrebbe potuto se fosse rimasta chiusa nella prigione della normalità.
Che parola, normalità, come vi piace usarla, eppure, ci avete mai riflettuto veramente?
Io da qualche anno, tutto è iniziato quando ho svolto una settimana di prova in un asilo nido. Era l’ora della merenda e, all’improvviso, una bambina di sei anni circa inizia a piangere, ad urlare, si nasconde sotto al tavolo. Chiedo al suo compagno cosa fosse successo, non parla.
Mi accovaccio a terra, accanto ad Ilaria, che mi guarda stranita e, dopo un po’, mi abbraccia, di sua spontanea volontà.
Io non le avevo detto nulla, le ero solo stata vicino, avevo aspettato i suoi tempi, ho ascoltato i suoi respiri, ho atteso la quiete.
Ma come è possibile, lei non tocca nessuno, tanto meno se non ti conosce, Ilaria è autistica! Mi dice la maestra, vedendo la scena.
Da quel giorno mi sono interrogata e non poco. Non ho più visto Ilaria, non so cosa stia facendo ora ma, grazie a lei, ho capito che ogni persona ha un mondo da farti esplorare, l’importante è che tu sia pronto ad approdarci.
Perciò ho deciso di spalancare i miei occhi e di continuare la mia ricerca, in tutto questo ringrazio la mia migliore amica che è la luce ad illuminare la caverna. Discutendone con lei, in questi anni, ho iniziato il mio cammino alla scoperta, ed ora proviamo a lottare, per una società inclusiva.
E proprio ieri allo “Special Pizza for Special People” abbiamo avuto una piccola dimostrazione che sì, può esserci, tutto dipende da noi.
Un evento che nulla dovrebbe avere di speciale ma essere normalità. Perché, parliamoci chiaro, vi piace tanto usare questa magica parolina eppure, ciò che dovrebbe essere la cosa più normale del mondo, non riuscite ad accettarla.
Seicentomila persone con autismo in tutta Italia e restate ancora con la benda sugli occhi, spero che prima o poi possiate tornare a vedere la luce.
Queste due giornate hanno dimostrato come persone autistiche possano tranquillamente inerirsi nella società, essere indipendenti, dare un contributo alla nostra comunità.
Queste pizze sono normali, nel senso etimologico della parola, che deriva dal latino norma, sostantivo che indica la squadra (detta anche regola), strumento che serve per misurare gli angoli retti, da cui normalis, ovvero perpendicolare, retto. Perciò si deduce come l’idea di normalità richiama quella di rettitudine, di esattezza, di regolarità.
Posso dirvi da buona napoletana quale sono – perché sì, tra un’intervista e l’altra, io la pizza l’ho mangiata – che rispettava tutte le regole di un’ottima pizza.
Tonda tonda, bella dorata, col classico profumo di pane fresco, il cornicione gonfio e un’esplosione di sapori freschi, aciduli e sapidi al palato.
Quindi, nulla di speciale, ma normale, come normale dovrebbe essere l’inclusione di tutti nel mondo del lavoro, della cultura, insomma, nella società, sì, anche di persone autistiche o con qualsiasi tipo di disabilità.
Ieri Matteo, il ragazzo autistico che ha cucinato quell’ottima pizza, è stato la salvezza della giornata, senza di lui sarei morta di fame, come ho svelato al papà che ha ideato PizzAut: un progetto che nasce a Milano, il cui nome è molto intuitivo, Pizza e Autismo. Sì, le persone con autismo possono fare molte cose, tra queste sperimentarsi pizzaioli e camerieri, come ci hanno dimostrato ieri.
In questa giornata però molte realtà presenti sul territorio mi hanno raccontato di loro, con la necessità di farci scoprire il loro cammino: Inside Aut Onlus, Vana Imago, Cascina Blu Onlus, Giffas, Autism Aid Onlus, Napolinmente, Centri “Tutti in Acqua”, Misericordia Napoli Nord, Melà.
Ad ognuno di loro dedicherò un articolo, perché ora tocca a noi fare un passo avanti così che queste due giornate di sensibilizzazione sul tema dell’autismo e della neurodiversità – dedicate a Alfredo Fico Junior, pizzaiolo olimpionico scomparso prematuramente quest’anno – non rimangano fini a se stesse ma siano un piccolo tassello per realizzare una società inclusiva.
Federica Auricchio
Foto di Raffaele Iorio